Diritti e doveri

Addio al super ticket sanitario per tutti dal 1° Settembre

Dal 1° Settembre si dirà addio al super ticket sanitario che fin ora gli italiani pagavano su visite ed esami ambulatoriali. Il super ticket scomparirà per tutti, a prescindere dal reddito o fascia d’età.

Stop al super ticket sanitario, la tassa che i cittadini pagavano in aggiunta al costo della visita. Tale riforma sanitaria riguarderà tutti, anche coloro che hanno un reddito alto.

Il Governo ha investito 550 milioni per abolirla. Le parole del Ministro della Salute Speranza, chiariscono il motivo per cui si è deciso di fare questo passo decisivo: “Sconfitta del Sistema se una persona non si cura per motivi economici”.

Il super ticket, introdotto dal Governo Berlusconi-Tremonti nel 2011, era una tassa di 10 euro che veniva addizionata al costo della visita o prestazione sanitaria. Tale tassa non era mai stata ben voluta dai cittadini, accusata di allontanare i pazienti dalla sanità per via dei costi elevati, in grado di rendere concorrenziali le tariffe del privato perchè, con la sanità pubblica si arrivava a spendere troppo.

Da questa data, fissata al 1° Settembre, si pagherà solo il ticket ordinario, uguale su tutto il territorio nazionale che varia a seconda della prestazione, arrivando a un massimo di 40 euro.

Ticket sanitario, cosa cambia dal 1° settembre 2020

Dal 1° Settembre pertanto, tutti i cittadini che dovranno eseguire visite specialistiche, esami, prestazioni di qualsiasi genere, si ritroveranno a pagare esclusivamente, presso il cup, il costo della prestazione; saranno coinvolte tutte le Regioni e non ci saranno distinzione di fascia di Reddito.

Per Roberto Speranza, ministro della Salute, il superticket era “un elemento di discriminazione e di diseguaglianza” che limitava, solo ad alcuni italiani, “l’accesso di tante persone al Servizio sanitario nazionale”.

L’abolizione rappresenta quindi “una vittoria per lo Stato, perché diamo modo a tutti di poter accedere, nel pieno rispetto del mandato dell’articolo 32 della Costituzione, che dice che la Repubblica tutela la salute, come fondamentale diritto dell’individuo e come interesse della collettività”.

Superticket sanitario, cos’è e quando gli italiani lo hanno pagato
Addio super ticket sanitario

Il super ticket sanitario è attualmente la tassa di 10 euro che i cittadini pagano su ogni ricetta per prestazioni diagnostiche e specialistiche. Le regioni sono state libere di applicarlo o meno in questi anni: alcune regioni lo hanno modulato in base al reddito o al tipo di servizio richiesto, altre lo avevano eliminato a priori.
Coloro che fino a questa data non hanno pagato il superticket erano i cittadini esenti: bambini o anziani membri di nuclei familiari con reddito non superiore a 36.150 euro all’anno; disoccupati; malati cronici o affetti da patologie rare; titolari di pensione minima o pensione sociale; invalidi civili, invalidi di guerra e invalidi per motivi di lavoro e servizio.

Alcune, come la Liguria, lo ha applicato direttamente  sulla ricetta. In Toscana il super ticket è invece proporzionale al reddito e può arrivare a 30 euro per redditi superiori a 100 mila euro.

In Lombardia e Piemonte è proporzionale al valore della ricetta.

Inizialmente poteva arrivare a un massimo di 30 euro: in questo modo ogni ricetta aveva un costo massimo di 66 euro (36 euro di ticket più 30 euro di superticket), oggi l’importo massimo è stato ridotto a 15 euro. Altre Regioni invece lo avevano eliminato del tutto già in precedenza: Emilia romagna, Sardegna, Valle d’Aosta, nella provincia di Trento e Bolzano e in Basilicata.

L’addio al super ticket sanitario rappresenterà una grossa riforma della Sanità, che darà possibilità a molti più cittadini di curarsi e vivere più a lungo.