Per l’INPS era cieco completamente ma nella vita reale guidava la macchina, faceva sport, lavorava in nero come muratore e si muoveva liberamente.
Per questo un cittadino sudanese residente a Schio è stato denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato, in concorso con la moglie ghanese. Inoltre, la Guardia di Finanza ha anche eseguito il sequestro preventivo di beni equivalenti a oltre 87.500 euro, stabilito dal Gip.
Dalle indagini, iniziate nel 2019, è risultato che il sudanese percepiva la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento dal dicembre 2013. Le Fiamme gialle, però, hanno scoperto che l’uomo svolgeva “attività quotidiane del tutto incompatibili con la patologia riscontrata”.
L’uomo aveva una vita regolare: faceva jogging, lavorava come muratore, benché formalmente disoccupato, guidava perfino l’auto e rinnovava la patente senza problema.
Anche a prelevare andava da solo. Quando, invece, doveva andare in banca per sottoscrivere dei documenti, si faceva accompagnare dalla moglie, che fingeva di assisterlo. Per questo per la donna è scattata la denuncia in concorso.
Ma come è stato possibile tutto ciò? In che modo l’uomo è riuscito a truffare l’INPS?
Il sudanese era riuscito a ottenere la pensione di invalidità con un escamotage. Durante la visita aveva messo in atto stratagemmi come chiudere gli occhi o ribaltare le pupille verso l’alto adducendo fastidi provocati dalla luce, per evitare al medico di visitarlo accuratamente. Un oculista aveva anche scritto che il paziente era affetto dalla cosiddetta “sindrome da indennizzo” proprio perché si rifiutava di collaborare. In alcuni documenti addirittura, l’uomo era stato dichiarato affetto da glaucoma.
L’indennità che gli era stata assegnata era perciò completa e riceveva con regolarità l’assegno mensile. Ora, oltre al rimborso della somma che ha percepito in questi anni, l’uomo dovrà rispondere di truffa aggravata.