Salute

Aifa: immediato ritiro di questo farmaco dalle farmacie italiane

L’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, è stata istituita grazie alla legge 326 del 2003 al fine di autorizzare e controllare i farmaci che circolano sul territorio italiano, garantendone in questo modo la massima qualità e sicurezza. L’obiettivo di questo ente, infatti, è quello di tutelare la salute, garantendo una informazione sempre corretta sui farmaci, rivolta sia agli addetti ai lavori che ai cittadini.

Proprio in questo contesto vi segnaliamo un recente provvedimento dell’istituto, attraverso il quale ha disposto, a titolo precauzionale, il divieto di utilizzare un determinato farmaco antidepressivo. Una decisione presa in seguito ad alcune analisi svolte nell’ambito dei tradizionali controlli di qualità. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo di quale si tratta.

L’Aifa ha di recente vietato l’utilizzo di un farmaco antidepressivo, ovvero il Citalopram della ditta Hexal Spa. Tale farmaco, ricordiamo, viene usato per il trattamento di sindromi depressivi, come disturbi d’ansia. Una decisione, quella dell’Aifa, presa in via precauzionale in seguito ad alcune analisi svolte nell’ambito del controllo annuale svolto sulla composizione dei farmaci del 2019.

Come si legge nella nota emanata a metà gennaio, la scelta si rivela essere una conseguenza del “parere non favorevole espresso dall’Istituto Superiore di Sanità prot. ISS. n° 40306 del 30/12/2020 sul medicinale Citalopram Hexal AG 40 mg/ml gocce orali soluzione, AIC 036662017 lotto n°A1904 scad. 03/2021 della ditta Hexal S.p.A., sita in Origgio (VA), Largo U. Boccioni 1, e a seguito di quanto trasmesso dalla ditta con comunicazione prot. AIFA n. 3625 del 14.01.2021“.

A proposito di questa disposizione, come evidenziato da Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, AIFA lo scorso 15 gennaio ha provveduto ad emanare una circolare di raccomandazioni a tutte le strutture sanitarie e a tutti gli operatori sanitari al fine di non utilizzare tale lotto fino al loro richiamo. Si resta quindi in attesa di ulteriori eventuali delucidazioni in merito, mentre continuano a svolgersi le indagini da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.