Ancora allarme Postepay: la carta di pagamento, più utilizzata dagli italiani, nel mirino degli hackers che, da quanto emerge, farebbero sparire piccole somme depositate sul conto, con estrema frequenza a cadenza giornaliera. Scopriamo nel dettaglio cosa sta succedendo e qual è il motivo di cosi tante segnalazioni.
Cosa sta accadendo sulle Postpay (di diversa tipologia) di centinaia di utenti di Poste Italiane che si trovano soldi in meno sul proprio conto? Era già accaduto qualche settimana fa e in questi giorni si sta ripetendo l’addebito di pagamenti non autorizzati.
I pagamenti non autorizzati provengono in larga parte da store digitali come quelli di Google e Apple e compaiono sotto la dicitura “altro/shopping e servizi”.
Sono addebiti di piccole somme, dai 4 euro agli 8 euro, ma che non si limitano a una singola transizione e che vengono ripetute fino a 7-10 volte in una sola giornata, per un totale anche di 60 euro in un solo giorno. In questi casi come ci si difende e come comportarsi?
Per non avere dubbi, ecco la dicitura con la quale si presenta la transizione non autorizzata (esempio Google):
Store di Google: *Google Play G.CO/Help
Il valore di ogni transizione non autorizzata sulla propria Postpay può andare da -4,41 euro a -8,84 euro.
Il primo passo da fare in questo caso è scollegare il metodo di pagamento da GooglePay o ApplePay, qualora sia associato. Può infatti accadere di ritrovarsi pagamenti non autorizzati anche senza avere la carta collegata al metodo di pagamento per i servizi digitali.
Il secondo passo è segnalare l’accaduto al servizio di segnalazione di Poste Italiane. Il numero verde, attivo 24 ore su 24, è 800.00.33.22. Un preblema non da poco potrebbe essere quello legalo al blocco della carta, infatti la carta andrà in blocco tanto per i pagamenti non autorizzati quanto per i propri.
Infine si deve sporgere querela contro ignoti e con la copia di questa si può richiedere il rimborso della somma sottratta in maniera illecita dal proprio conto.
Una volta ottenuta la copia della querela da parte dei Carabinieri si è pronti per inviare la richiesta di rimborso a Poste Italiane, che ha il dovere di prevenire simili casi di sottrazione di denaro non autorizzato e quindi è dovuta a rimborsare i truffati.
Può accadere che una richiesta agli store Google e Apple basti per avere un rimborso, ma è sempre meglio notificare tutto a Poste Italiane.
Per richiedere il rimborso si deve formulare una diffida, con allegata alla richiesta di rimborso una copia dell’estratto conto e della querela. La diffida per il rimborso va inviata tramite raccomandata o (per una risoluzione più rapida) tramite PEC.
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