Annunciata la conferenza stampa di Conte per questa sera. Ogni venerdì sarà misurato l’indice di contagio R0 in ogni Regione
Il grande momento tanto atteso è arrivato: direttamente dalla sua pagina Facebook, Conte ha annunciato che ci sarà la sua conferenza stampa oggi alle ore 20.20 in diretta da Palazzo Chigi.
La fase 2 avrà inizio e l’attività economica, ormai in fase di collasso, dovrà essere risollevata in queste settimane successive.
Circa 6 ore fa Giuseppe Conte aveva scritto:
“Stiamo lavorando per facilitare la ripartenza del Paese dopo il 4 maggio. Non possiamo protrarre oltre questo lockdown, ma il riavvio dovrà avvenire in piena sicurezza, a garanzia della salute pubblica. Il piano nazionale che stiamo mettendo a punto ci consentirà una ripresa ben strutturata, ragionata, senza concessione a improvvisazioni”.
Ogni venerdì sarà misurato l’indice di contagio R0 in ogni Regione
Saranno 2 gli indici che saranno monitorati, secondo le indiscrezioni: appena la curva epidemica tornerà a salire, Regioni e governo prenderanno provvedimenti di contenimento.
È questa la linea decisa a palazzo Chigi durante le riunione che precedono l’annuncio del nuovo decreto che sarà illustrato domenica 26 aprile 2020, alle 20:20, dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Ogni venerdì sarà misurato l’indice di contagio R0 in ogni Regione e sarà monitorata la capacità delle strutture sanitarie di accogliere nuovi pazienti. Un criterio che sarà applicato anche nelle settimane successive quando i cittadini – se davvero saranno allentati i divieti – si sposteranno per le vacanze in altri Comuni.
Mascherine obbligatorie solo in luoghi chiusi o affollati, sui mezzi pubblici, nei negozi.
Saranno monitorate le terapie intensive, in modo da capire con certezza l’andamento epidemiologico.
Questo concetto è stato spiegato benissimo dal biologo Enrico Bucci, sul Corriere: «Possiamo pensare a riaprire tutto quando avremo almeno il 50% dei posti liberi in terapia intensiva. E poi bisogna migliorare la sorveglianza, fare screening alle categorie esposte, individuare i focolai con sistemi tracciamento».
Il vero obiettivo sarà pertanto far scendere il valore al limite R0 per affermare che l’ Italia ha sconfitto il Coronavirus.
Valore R0, che cos’è?
Per dire quando l’Italia sarà effettivamente al sicuro dal coronavirus, bisogna considerare il cosiddetto “R con zero” (R0), ovvero il tasso di contagiosità del virus. A spiegarlo è l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, secondo il quale bisognerà aspettare che “l’indice di contagio sia inferiore a uno, cioè quando una persona positiva avrà la potenzialità di infettare meno di un’altra persona. E’ però difficile dire ora quando ciò accadrà”.
Sulla teoria di “R con zero” , spiega l’esperto “ci sono ancora troppe incognite e sarà necessaria ancora qualche settimana si sorveglianza stretta dei casi”. L’interruzione dell’epidemia, chiarisce Lopalco, “si ha quando l’indice di trasmissione definito ‘R con zero’ è al di sotto di 1. Ciò si evince da diversi parametri a partire dal numero dei casi e dalla stima della quota di persone che possono contrarre ancora la malattia rispetto a chi ha invece sviluppato gli anticorpi”.
“Ci sono troppe incognite ed è molto difficile – avverte – poter dire quando raggiungeremo il valore R con zero inferiore ad 1. Molto dipende dall’andamento dell’epidemia in Lombardia e speriamo che non ci sia un ulteriore aumento dei casi a Milano. Al momento, cioè, ci sono troppe incognite“.
Prima dell’introduzione delle misure restrittive, in Lombardia si era arrivati anche a un valore di R0=4, cioé una persona (positiva) ne infettava altre quattro.
“Estrema cautela con i dati sui contagi. C’è un rallentamento che ci fa ben sperare, ma è necessaria estrema cautela prima di poter dire che abbiamo svoltato. La diffusione di un giorno è quella che in realtà risale ai contagi di almeno una settimana prima, quindi prima di pronunciarsi bisogna essere certi che il trend si stabilizzi”.
“Potrebbero aprirsi nuovi focolai” ma con certezza si può affermare che “le misure adottate stanno dando i loro frutti, ma al momento non si può dire quando si avrà un calo dei casi giornalieri perché potrebbero aprirsi nuovi focolai, così come – conclude – anche il cosiddetto picco è un concetto astratto e abbastanza relativo”.