Attualità

Arrestato il primario del Pronto Soccorso di Brescia: ha indotto la morte in pazienti Covid


Orrore all’ospedale di Brescia, dove il primario del Pronto soccorso dellʼospedale di Montichiari avrebbe intenzionalmente somministrato, a pazienti Covid, farmaci anestetici e bloccanti neuromuscolari per procurarne la oro morte.

Medico procura morte intenzionale a pazienti  Covid

Carlo Mosca, primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari (Brescia), è il medico arrestato dai Nas per aver indotto la morte di due pazienti Covid, di 51 e 80 anni.

Il medico, accusato di omicidio, avrebbe intenzionalmente somministrato a pazienti affetti da coronavirus, farmaci anestetici e bloccanti neuromuscolari causandone la morte. I fatti sono avvenuti lo scorso Marzo, in pieno lockdown, ma sono serviti diversi mesi per arrivare all’arresto.

Le indagini sono scattate a due mesi dagli eventi, anche mediante il supporto di accertamenti tecnici di medicina legale disposti dall’Autorità giudiziaria. Nelle cartelle cliniche di numerosi pazienti deceduti in quel periodo per Covid-19, è stato riscontrato un repentino, e non facilmente spiegabile, aggravamento delle condizioni di salute.

Farmaci in dosi letali

Sono 3 i corpi su cui si sta eseguendo ulteriore autopsia a distanza di molti mesi dalla morte. Le indagini hanno rilevato, all’interno di tessuti e organi di una di loro, la presenza di un farmaco anestetico e miorilassante comunemente usato nelle procedure di intubazione e sedazione del malato che, se utilizzato al di fuori di specifici procedure e dosaggi, può determinare la morte del paziente. Ciò che ha insospettito gli inquirenti è la cartella clinica dei pazienti, su cui non compare alcuna dicitura di somministrazione dei farmaci che invece, sono stati ritrovati nel corpo dei defunti covid. Questo fa ipotizzare che il medico abbia iniettato i farmaci, ad insaputa dei colleghi e con lo scopo di ucciderli: oltre al reato di omicidio, scatta anche quello di falso in atto pubblico.

Arresti domiciliari

Il medico ha dunque somministrato a pazienti Covid medicinali idonei a provocare una letale depressione respiratoria. Da qui la decisione di porre il professionista agli arresti domiciliari, al fine di scongiurare il pericolo di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio.

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