Finalmente grandi progressi nel campo della cura del Covid: è stato infatti approvato l’utilizzo degli anticorpi monclonali, cura effettuata dallo stesso Donald Trump dopo aver contratto il virus e che ha ottenuto grande successo.
Sono anticorpi prodotti in laboratorio ma derivati dal plasma dei guariti dal Covid 19. Si chiamano monoclonali perché vengono a partire da un unico clone per avere quantità di cellule tutte uguali. Possono essere prodotti in quantità notevoli grazie a tecniche di laboratorio consolidate che consistono in processi di purificazione ed espansione. L’uso degli anticorpi monoclonali ha rivoluzionato la pratica medica e le terapie per malattie degenerative, autoimmuni, neoplastiche e infettive molto gravi e letali. Le principali applicazioni riguardano l’oncologia, le malattie reumatologiche (artrite reumatoide e psoriasica) e le malattie croniche intestinali (colite ulcerosa, morbo di Chron).
L’Amedeo di Savoia è uno dei sei o sette ospedali italiani che partecipa a una sperimentazione internazionale sugli anticorpi monoclonali, sui quali le aspettative sono altissime proprio nel periodo in cui i primi effetti dei vaccini potrebbero sommarsi all’efficacia di quelle cure che pare abbiano tirato fuori dal Covid in pochi giorni persino il presidente americano Trump. E’ per questo che il ministro della sanità Roberto Speranza ha autorizzato la distribuzione degli anticorpi, e Torino ospiterà una parte della sperimentazione di fase 3, spiega il direttore del dipartimento di malattie infettive Giovanni Di Perri ” che sarà utilizzato a doppio cieco su circa trenta pazienti “.
Si parte fra due settimane su un target ben definito: “Provo a tracciare un identikit: un sessantenne o settantenne più che un quarantenne, una persona positiva al virus all’esordio dei sintomi, ma anche asintomatica, che per condizioni come l’obesità o con patologie come diabete o malattie cardiache, è ad alto rischio di avere un’evoluzione negativa. Dopo dieci giorni dall’insorgenza dell’infezione non avrebbe più senso“. Il reclutamento avverrà allertando i pronto soccorso, prosegue il professor Di Perri ” O anche all’accettazione dell’Amedeo di Savoia se il caso che si presenta da noi avesse le caratteristiche giuste. Anche i medici di famiglia possono essere avvertiti della possibilità che uno dei loro pazienti partecipi allo studio”.
Di Perri aggiunge però che risultati molto promettenti si stanno ottenendo utilizzando alcuni antivirali come il Molnupiravir: ” Effetti che potrebbero dimostrarsi anche migliori di quelli degli anticorpi monoclonali”. Dopo l’autorizzazione del ministero si muoverà anche il Piemonte: ” Sentiremo gli esperti e contiamo di averli al più presto ” , dice l’assessore alla sanità Luigi Icardi.
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