Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica del sistema nervoso centrale che colpisce principalmente le aree del cervello responsabili del controllo del movimento.
I sintomi del Parkinson includono tremori, rigidità muscolare, bradicinesia (lentezza dei movimenti) e difficoltà nel mantenere l’equilibrio.
La malattia progredisce nel tempo e può portare ad altri sintomi come depressione, problemi di memoria e difficoltà nella parola. Attualmente non esiste una cura per il Parkinson, ma esistono terapie che possono migliorare i sintomi e la qualità della vita delle persone affette dalla malattia.
Essa è una patologia neurodegenerativa causata dalla perdita di neuroni che producono la dopamina, una sostanza chimica che controlla i movimenti del corpo. Le cause esatte della malattia non sono ancora del tutto conosciute, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, ambientali e dello stile di vita possa contribuire al suo sviluppo.
Alcuni fattori di rischio noti includono l’età avanzata, la presenza di mutazioni genetiche, l’esposizione a sostanze tossiche come pesticidi e solventi, e il precedente di lesioni cerebrali. Tuttavia, non tutti coloro che presentano questi fattori di rischio sviluppano la malattia e molti casi di Parkinson non hanno una causa chiara.
Il Dottor Dorsey Ray ha pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Journal of Parkinson’s Disease, confermando alcune teorie formulate negli ultimi anni, che individuano una sostanza che potrebbe “avvelenare” le persone, aumentando il rischio di sviluppare il Parkinson.
Questa sostanza è il tricloroetilene (TCE), un elemento che spesso utilizziamo quotidianamente senza esserne consapevoli.
Il TCE si trova in molti prodotti per la pulizia e la cura della persona, come ad esempio nelle lavanderie a secco, nelle salviette detergenti e in alcuni prodotti per smacchiare.
Il TCE, che è liquido e inodore, può anche essere presente in alcuni lubrificanti o prodotti per la pulizia dei metalli. Tuttavia, l’uso di tali prodotti o l’esposizione al TCE sul luogo di lavoro possono far aumentare il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.
Inoltre, gli scarti dei prodotti che contengono TCE possono inquinare l’aria, l’acqua e gli alimenti che consumiamo, aumentando ulteriormente il rischio di esposizione alla sostanza.