Il delitto di Avetrana è stato un caso di omicidio commesso il 26 agosto 2010 ad Avetrana in provincia di Taranto a danno di una giovane ragazza, Sarah Scazzi. La vicenda ha avuto un grande rilievo mediatico in Italia, culminato nell’annuncio del ritrovamento del cadavere della vittima in diretta sul programma Rai Chi l’ha visto? dove era ospite, in collegamento, la madre di Sarah[2].
Il 21 febbraio 2017 la corte suprema di cassazione ha definitivamente riconosciuto colpevoli e condannato all’ergastolo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione[3] Sabrina Misseri e Cosima Serrano (figlia e madre), rispettivamente cugina e zia della vittima, confermando la condanna già inflitta in primo grado e in appello[4] dalla corte d’assise di Taranto; Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, è stato condannato alla pena di 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove.
Il movente sarebbe da ricercare nella gelosia che Sabrina nutriva nei confronti della cugina Sarah, che cresceva in fretta e la oscurava anche agli occhi del comune amico Ivano, del quale entrambe – secondo la tesi degli inquirenti – si erano invaghite.
Ma a distanza di tempo, anche se le ferite non potranno mai guarire, torna a parlare Concetta, mamma della dolce Sara.
«La mia bambina oggi avrebbe 25 anni. La morte di una figlia – ha detto mamma Concetta – è uno strazio già di per sé. Poi sapere che è morta in quel modo atroce ti fa ancora più male. Non puoi pensare che ti abbiano tolto una figlia in quel modo perché nemmeno una bestia si ammazza così».
Concetta ha aggiunto di aver trovato forza e coraggio tramite «la verità» che ha «conosciuto nella parola di Dio e che parla della resurrezione». Un genitore «non accetta che il proprio figlio, la propria figlia, muoia prima di lui. La mia speranza è di vederla ancora qui, sulla terra, viva, in carne e ossa».
I legali hanno sintetizzato le parti essenziali di un processo di grande complessità. Il processo nelle aule di giustizia si è affiancato a quello mediatico. Una storia, ha commentato l’avv. Gentile, che «ha calamitato tutti i mezzi di informazione e tuttora, quando ci sono degli sviluppi, quello di Avetrana è un processo di grande interesse forse perché ci sono intrecci familiari, forse perché sfuggono alcune cose».
Il processo per la morte di Sarah Scazzi, ha precisato l’avv. Cozza, «è qualcosa di unico dal punto di vista degli argomenti trattati e di come sono stati trattati e anche dal punto di vista umano. Concetta non ha mai detto una parola in più. Non ha mai urlato, non ho mai sentito pronunciare da parte sua la parola vendetta».
L’avv. Nicodemo Gentile ha spiegato che tempo fa Michele Misseri ha scritto una nuova lettera alla mamma di Sarah, cercando ancora una volta di addossarsi tutte le colpe e chiedendole di andare a trovare in carcere Cosima e Sabrina. «Avverti questo bisogno?», ha insistito il legale. Concetta ha risposto che sua sorella e sua nipote «sono state due persone che hanno tradito, mi hanno ucciso una figlia e ancora sostengono la loro innocenza. Per cui andare a trovarle e sentire sempre le stesse cose ti senti ancora più ferita. Sarebbe bello se loro dicessero la verità, le potrei anche perdonare. Ma se continuano ancora con questa menzogna non ha senso andare a trovarle».
«La giustizia umana – ha ribadito mamma Concetta – non dà molte soddisfazioni. Sono contenta per l’esito del processo perchè in altri casi che presentavano qualche analogia l’entità della condanna è stata inferiore. Sembra che la giustizia stia trionfando, ma siamo tutti sconfitti perché mia figlia me l’hanno uccisa. La mia bimba non c’è più e io aspetto solo la giustizia divina».