In questo anno di grande confusione per gli studenti, divisi tra Dad e didattica in presenza, si aggiungono grosse novità, che riguardano la data di chiusura dell’anno scolastico che sarà posticipata a luglio.
Il ministero dell’Istruzione, Lucia Azzollina, sta già studiando un piano per permettere agli studenti di recuperare le lezioni in presenza, perse durante l’anno scolastico 2020/2021: “Si può pensare al massimo ad allungare il calendario scolastico al mese di giugno”. Ma le lezioni si interromperanno a fine luglio.
Secondo le ultime indiscrezioni, la Ministra Azzollina sta preparando un piano per posticipare la chiusura dell’anno scolastico e ha già ottenuto consensi da parte dei sindacati. La spiegazione di questa decisione è giustificata dal voler far recuperare i giorni di scuola persi a tutti gli studenti che hanno fatto la Dad quest’anno, sperando che non ci sia qualche altra chiusura causa lockdown.
Al massimo, dichiara Azzolina “si può pensare al massimo ad allungare il calendario scolastico al mese di giugno”.
Come sottolineato dal Messaggero, il prolungamento delle lezioni a Giugno e Luglio potrebbe essere fonte di disagio per molti studenti del sud, dove le temperature stagionali soffocanti non rendono possibile la permanenza in classe, anche perchè le aule non sono dotate di climatizzatori.
C’è da considerare inoltre che i docenti saranno impegnati con gli studenti tra Giugno e Luglio, che affronteranno gli esami di terza media e di maturità, quindi sarà improbabile riuscire a gestire anche anche gli alunni in aula, assicurando lezioni ad ogni ora.
“Sarà necessario vedere quanti docenti si metteranno a disposizione su base volontaria e di quanti docenti aggiuntivi si avrà bisogno tra i precari“, dice Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio.
Ma di sicuro quando ripartirà la didattica in presenza i ragazzi non saranno costretti a fare lezione anche la domenica: “Il sabato in classe, c’è già soprattutto al Sud, per la domenica non penso sia da perseguire, anche le famiglie non lo vogliono“, ha detto ieri la ministra dell’Istruzione a l’Aria di domenica su La7.
La scelta di allungare la settimana è affidata comunque ai singoli istituti, per via dell’autonomia scolastica. Riguardo ai tavoli con i prefetti per i trasporti, “servono per scaglionare gli ingressi. Ci sono dei territori già pronti a ripartire. Altre città, come quelle metropolitane, hanno bisogno di parlarsi e a questo servono i prefetti“. Possibili invece i turni pomeridiani: “La scuola non si sottrae, l’importante è mandare a scuola il 75% degli studenti delle superiori”, come previsto nell’ultimo dpcm approvato.
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