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Bari: 12enne muore mangiando una mozzarella

Dramma a Bari: un adolescente di 12 anni, è morto mentre mangiava a pranzo una mozzarella. I dettagli

Dramma a Bari: Domenico Antonacci, un 12enne, è morto davanti agli occhi della mamma e di sua sorella mentre mangiava una mozzarellina servita a tavola durante il pranzo. Il boccone è andato di traverso e ha intasato le vie respiratorie, fino a portarlo alla morte.

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, una delle sorelle del dodicenne avrebbero provato anche ad aiutare il ragazzino in tutti i modi cercando di effettuare una manovra di disostruzione delle vie respiratorie ma purtroppo ogni sforzo si è rivelato vano.

Quando i sanitari del 118 sono giunti sul posto con l’ambulanza, per il piccolo ormai non cera più nulla da fare.

I sanitari hanno solo potuto accertarne il decesso tra lo strazio dei parenti che da un tranquillo pranzo in famiglia, in un attimo si sono ritrovati a una tragedia immane. Sul caso stanno indagando ora i Carabinieri che hanno doverosamente informato il pubblico ministero di turno alla Procura della Repubblica di Bari. In corso tutti gli accertamenti per ricostruire il drammatico episodio che ha portato alla morte del piccolo Domenico. Da una prima ricostruzione pare che il piccolo abbia ingerito una mozzarellina intera senza masticare accuratamente ma il boccone è risultato troppo grande e gli ha ostruito le vie respiratorie fino alla tragica conseguenza.

Purtroppo la mozzarella, se pur molto buona e molto gradita, è stata protagonista di diversi incidenti che hanno determinato soffocamenti.

Vige sempre la regola principale ovvero di aiutare il soggetto ad disostruire le vie aree attraverso la manovra di Heimlich.

La persona che pratica la manovra di Heimlich si posiziona in piedi dietro l’infortunato, parlandogli e spiegando che sta per eseguire una manovra di emergenza, ma al tempo stesso agendo con decisione. La cinge con le braccia intorno ai fianchi, sotto le braccia. Una mano è piegata con il pugno chiuso e viene posizionata con la parte del pollice appiattita contro l’addome nella zona tra lo sterno e l’ombelico. L’altra mano afferra il pugno e provoca una serie di rapide e profonde spinte verso l’alto finché l’oggetto che ostruisce le vie aeree non viene espulso. Le spinte non devono mai comprimere o stringere la gabbia toracica, ma solo la parte molle dell’addome.