Brutte notizie per le pensioni di reversibilità: arrivano i tagli sugli assegni fino al 50% nel 2021
Sono molte le persone in Italia che, dopo la morte del proprio caro, ricevono la pensione di reversibilità come misura di sostegno economico. Ne hanno diritto sia i parenti dei lavoratori dipendenti sia degli autonomi.
Pensione di reversibilità e tagli fino al 50% per il 2021
La pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa.
La pensione indiretta è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva ovvero 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso.
Hanno diritto al trattamento pensionistico in quanto superstiti:
- il coniuge o l’unito civilmente;
- il coniuge divorziato a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile
- I figli minorenni alla data del decesso del dante causa;
- I figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
- I figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età;
- I figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età
Nel 2021 purtroppo sono previsti dei tagli su questo tipo di pensione, che graveranno molto sulle condizioni economiche dei familiari che la percepiscono.
Tagli che vanno avanti dal 1995, a seguito della entrata in vigore della riforma Dini (legge 335/1995), che ha agganciato il trattamento al reddito del coniuge/parente superstite. In poche parole, maggiore è il reddito e più consistente sarà la riduzione dell’importo della prestazione pensionistica.
I redditi da prendere in considerazione per effettuare questo calcolo sono tutti quelli assoggettabili ad Irpef, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali.
Per l’anno 2021, la legge stabilisce che non si operano tagli all’assegno mensile solo se i redditi del beneficiario non superano tre volte il trattamento minimo. Per l’anno 2021, questo ammonta a 20.107,62 euro per l’anno, cioè 515,58 euro mensili.
Nei casi in cui si superi tale tetto, i titolari di pensione di reversibilità Inps i tagli che si operano sono rispettivamente del 25%, del 40% e del 50% in relazione alla fascia di reddito.
In particolare, per redditi che si attestano:
Per chi il reddito compreso tra i 20.107,62 euro e 26.810,16 euro, il taglio sull’assegno è pari al 25% dell’importo.
Per chi il reddito compreso tra i 26.810,16 euro e 33.512,70 euro, il taglio sull’assegno è del 40% dell’importo.
Sopra i 33.512,70 euro, il taglio è del 50% dell’importo.
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