Coronavirus

Burioni: “Vi spiego perché si continua a morire di Covid nonostante la doppia dose di vaccino”


Ha fatto molto scalpore la notizia della morte dell’ex segretario di Stato americano Colin Powell, che, nonostante le due dosi di vaccino, è morto a causa dell’infezione da Covid. E’ proprio da questo esempio, molto chiaro, dovremmo apprendere che rischiare di morire per Covid, nonostante la vaccinazione, è possibile.

A parlare di questo caso è lo stesso Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, il quale ha dichiarato: “Non esiste un vaccino sulla Terra che sia efficace al 100%. Ci sono poi dei gruppi di pazienti che pur vaccinati non godono della protezione che godono le persone sane, per cui bisogna continuare a vaccinarsi per se stessi e per proteggere chi è più fragile”.

“Ma questo non vuol dire che i vaccini siano inutili. Ci sono vaccini estremamente efficaci, come quello contro il morbillo o altri meno efficaci, per esempio quello contro l’influenza, che dà una protezione variabile, in media del 40%, da anno ad anno. “, ha continuato.

Poi, Burioni ha aggiunto: “È strano che ai vaccini si chieda questo 100% che non esiste in nessuna cosa che ci protegge nel mondo reale: se pensiamo alle cinture, agli airbag, all’abs sono tutte cose che rendono meno probabile fare un incidente e poi, se malauguratamente si fa un incidente, si spera che queste cose rendano le conseguenze meno gravi. Però non funzionano al 100%“, ha sottolineato, precisando: “Lo stesso vale per i vaccini che ci proteggono dall’infezione, per cui se ci infettiamo trasmettiamo di meno il virus, e abbiamo conseguenze meno gravi. Ma non tutti i pazienti rispondono egualmente alla vaccinazione, ci sono dei gruppi di pazienti che pur vaccinati non godono della protezione che godono le persone sane”.

Si tratta di “persone che hanno un sistema immunitario indebolito da una malattia e questo è il caso proprio il caso di Colin Powell che soffriva di mieloma multiplo, un tumore delle cellule del sangue che producono gli anticorpi. Queste persone, anche se sono vaccinate, molto spesso non riescono a raggiungere una protezione perché le cellule che dovrebbero proteggere sono ammalate. Ci sono poi quelli che hanno un sistema immunitario integro, ma assumono terapie che lo indeboliscono. Tra questi, pazienti che si sono sottoposti ad un trapianto, pazienti che stanno combattendo contro un cancro e si stanno sottoponendo ad una chemioterapia: i farmaci che si usano, molto spesso, indeboliscono il sistema immunitario“, ha continuato Burioni. “Questi sono pazienti che anche se vaccinati avranno difese molto più deboli nei confronti del virus rispetto a persone sane“, ha riferito ancora.

Per questo, ha concluso, invitando la popolazione a continuare a vaccinarsi: “Questi pazienti sfortunati che non possono avere una protezione piena e che possono avere conseguenze molti più gravi se si infettano possono beneficiare moltissimo del fatto che grazie all‘immunità di gregge il virus circoli molto di meno“, ha detto Burioni.

Dunque, “proprio perché il vaccino non funziona al 100%, dobbiamo vaccinarci tutti: in questo modo il virus circolerà di meno e saranno protetti sia i non vaccinati sia le persone che, dopo la vaccinazione, non beneficiano particolarmente della protezione. Prima di tutto dobbiamo vaccinarci per nostro interesse, ma poi anche per le persone più deboli perché impedisce la circolazione del virus nella comunità”.


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