Cashback fiscale: ogni 100 euro pagate con carta in farmacia o studi medici, subito 19 rimborsate sul conto, senza aspettare il 730
Rimborsi al momento del pagamento, direttamente sul conto corrente, al posto di detrarre le spese nella dichiarazione dei redditi. Questa la grossa novità che presto coinvolgerà tutti gli italiani.
Così dovrebbe funzionare il cosiddetto Cashback fiscale, la nuova possibilità di rimborso delle spese inserita nella legge delega di riforma del fisco, attualmente ancora in discussione. Si dovrebbe iniziare con farmaci e spese mediche a partire dal 2023. Cerchiamo di capire in cosa consiste.
Rimborso immediato di spese mediche e medici privati
Si continua a discutere per la realizzazione del Cashback fiscale, che diventerà operativo dapprima per spese mediche, quali acquisto di farmaci e visite private presso medici, per poi estenderlo anche altre spese.
La proposta, ricordiamo, è stata ufficialmente avanzata anche dalla Commissione Anagrafe tributaria di Camera e Senato, nel documento “Indagine conoscitiva sulla digitalizzazione e interoperabilità delle banche dati fiscali”, approvato, il 12 gennaio 2022.
Ad oggi non si sa quando il nuovo sistema di recupero degli sgravi fiscali potrà essere attivo.
Il cashback fiscale
Nella riforma è prevista la possibilità di recuperare le spese che sono detraibili e deducibili direttamente con l’accredito sul conto corrente, senza passare dalla dichiarazione dei redditi che sposta di parecchi mesi il rimborso.
Il vantaggio per ciascun cittadino, dunque, è di ottenere immediatamente il rimborso quando si reca in farmacia per acquistare farmaci o dal medico specialista, dopo che costui ha emesso fattura.
Il cittadino dovrà indicare, ad esempio, al farmacista o allo specialista ortopedico, di voler fruire del cashback fiscale a fronte dell’onere pagato (con carta, non in contanti).
Si tratta di una scelta autonoma del contribuente che al momento del pagamento della spesa può comunicare al venditore, al medico, all’assicurazione, all’impresa l’intenzione di ottenere direttamente il rimborso senza aspettare la dichiarazione dei redditi. L’intenzione del Governo è quella di attuare gradualmente questo tipo di misura, partendo dal 2023 con le spese mediche.
Sarà l’Agenzia delle Entrate ad organizzarsi per tempo, inserendo le coordinate bancarie dei contribuenti che vogliono aderire.
Il problema della franchigia
Un problema potrebbe essere rappresentato dalla franchigia. Si pensi alle spese sanitarie per le quali è riconosciuta una detrazione IRPEF del 19% con franchigia di 129,11 euro.
La regola dovrebbe essere, quindi, che per i primi 129,11 euro di spesa il cashback fiscale non sarebbe ammesso.
Esempio
-Spesa sanitaria di 500 euro
-Detrazione fiscale 19% in dichiarazione redditi = (500 – 129,11 euro) x 19% = 91,37 euro
-Cashback fiscale (accredito diretto su conto) = 91,37 euro.
Così dovrebbe funzionare. L’ostacolo non dovrebbe essere difficile da superare. Poi bisognerà anche definire la cadenza temporale con cui sarà eseguito il rimborso (mensile, trimestrale, ecc.).
Al momento quindi non sappiamo di più; occorre aspettare per veder attuata questa misura che semplificherà la vita di molti italiani.
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