Diritti e doveri

Cattive notizie per gli italiani: in arrivo pesanti sanzioni per ticket sanitario

Avvisi in arrivo dall’ASL che richiede indietro i soldi del ticket non pagato da parte dei soggetti con esenzione. Dopo una serie di controlli incrociati, è emerso che molti cittadini hanno usufruito dell’esenzione per reddito, pur non avendone diritto.

In arrivo pesanti sanzioni per ticket sanitario

Alcuni di voi potrebbero ricevere in questi giorni una lettera da parte dell’Asl di appartenenza, che chiede un risarcimento di quote dovute.

La lettera è costituita da un oggetto: “Richiesta di pagamento della quota di partecipazione alla spesa a carico del cittadino a versare al servizio Sanitario Nazionale per prestazioni indebitamente usufruite in regime di esenzione”.

Il Ministero del Lavoro, in collaborazione con le varie Asl, hanno “beccato” i furbetti. E sono partite le richieste dei soldi dovuti. Chi viene raggiunto dai verbali, dovrà pagare: in caso contrario sono previste pesanti sanzioni. Nelle lettere inviate a tantissimi cittadini “disonesti” sono presenti gli importi da versare, più gli interessi e le varie spese per la notifica.

Come si potrà risolvere il problema? è giusto pagare o è diritto del cittadino fare ricorso?

Ricordiamo che l’Asl è tenuta al recupero dell’importo del ticket sanitario non pagato, senza aggravio di sanzioni, qualora abbia rilevato un’anomalia o un’ incongruenza con la dichiarazione.

Prima di dire se la multa va pagata o avete diritto di contestarla, va specificato che la normativa vigente afferma che solo i disoccupati e licenziati hanno il diritto di beneficiare dell’esenzione E02 e non coloro che hanno semplicemente un ISEE basso rientrante nel limite prefissato.

Nel momento esatto in cui si fa richiesta per ottenere il codice di esenzione, l’ASL ci farà firmare un auto-dichiarazione in cui, sotto la propria responsabilità, sosteniamo di essere disoccupati.

Se la dichiarazione firmata è stata mendace, il pagamento dovrà essere effettuato e i soldi ridati all’ASL.

Cosa fare in caso di accertamento da parte dell’Asl

I cittadini che riceveranno queste cartelle avranno tempo 60 giorni per regolarizzare la posizione. Proprio come le multe prese con l’auto, per intenderci. Chi pensa di essere dalla parte della ragione può anche presentare ricorso. Attenzione però, anche se arrivano cartelle ai minori di 6 anni oppure a persone over 65, bisogna comunque inviare la documentazione.

Viene richiesta, in pratica, la “memoria difensiva“. Bisogna allegare la dichiarazione dei redditi del nucleo familiare prendendo a riferimento l’anno precedente a quello in cui si contesta il mancato pagamento. Se l’accertamento arriva, ad esempio, a chi percepisce una pensione minima, ha più di 60 anni e/o familiari a carico: bisogna dimostrare che il reddito non ha superato gli 8.263,31 € annui. 11.362,05 € in caso vi sia anche il coniuge. E poi sommare altri 516,46 € per ogni figlio a carico. L’utente deve allegare anche la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente a quello relativo alla contestazione di mancato pagamento.

Chi è disoccupato e/o ha figli a carico, dovrà dimostrare la condizione attuale, e allegare anche il modello C/2, l’estratto conto contributivo INPS e i redditi del nucleo familiare. Insomma, non aver pagato un ticket può costare adesso molto caro.

Ultima alternativa è rivolgersi ad associazioni di consumatori che avvieranno loro stessi l’iter per non pagare.

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