Chi ha la pressione alta può andare in pensione prima
Con la pressione alta si può anticipare la pensione? La risposta è affermativa ma per capire meglio in che modo è possibile, analizziamo la patologia e le sue ripercussioni in ambito lavorativo.
Con l’ipertensione non si scherza, questo lo si sa. Valori eccessivamente elevati di pressione possono mettere a repentaglio la nostra salute, andando incontro a insufficienza renale, infarto e ictus. Pertanto, chi soffre di pressione alta, deve assolutamente tenere sotto controllo la situazione.
Le malattie cardiache, come l’infarto, sono incluse nell’elenco delle principali cause di morte in tutto il mondo. Questo significa che il numero di persone affette da un problema cardiovascolare, è abbastanza elevato e, indipendentemente dall’età, è possibile soffrirne.
Ci sono diversi motivi per cui le malattie cardiovascolari sono tra le principali che colpiscono l’uomo, uno di questi è la pressione sanguigna alta.
Sentiamo molto parlare della pressione sanguigna, ma sappiamo bene cos’è?
Che cos’è la pressione sanguigna
Quando il cuore batte, produce il pompaggio di sangue attraverso le arterie in ogni angolo del corpo. Affinché questo sia possibile, deve esserci una forza che guida il sangue attraverso i vasi sanguigni. Questa forza è conosciuta come pressione sanguigna.
In altre parole, la pressione sanguigna è la forza esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie che attraversa, che verrà determinato dal pompaggio del sangue dal cuore.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia a tutte le persone di mantenere livelli sani di pressione sanguigna, soprattutto dopo i 45 anni di età.
L’ipertensione può pertanto essere considerata pericolosa e una vera e propria malattia.
Quindi, il lavoratore che ha la pressione alta ha diritto ad assentarsi e al riconoscimento di una percentuale invalidante o di handicap.
Le percentuali per l’invalidità
Come sopra specificato, il lavoratore con la pressione alta può fare richiesta per il riconoscimento dell’invalidità civile. Le linee guida dell’INPS prevedono le percentuali per chi soffre di ipertensione in base alla gravità della patologia:
a) il 10% per ipertensione arteriosa non complicata;
b) dall’11 al 20% per ipertensione arteriosa non controllata da terapia medica;
c) dal 21 al 30% per ipertensione arteriosa con iniziale impegno cardiaco;
d) dal 31 al 50% per cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco medio;
e) dal 51 al 70% per cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco medio-severo;
f) dal 71 al 80% per cardiopatia ipertensiva con impegno di grado severo;
g) dal 81 al 100% per cardiopatia ipertensiva scompensata.
In base alla gravità è possibile chiedere anche la Legge 104, che con una situazione di handicap grave (art. 3 comma 3), permette di ottenere i permessi Legge 104 e il congedo per cure.
Con la pressione alta si può anticipare la pensione?
Se la pressione alta comporta una riduzione della capacità lavorativa almeno di un terzo, permette di ottenere l’assegno ordinario di invalidità, che dopo tre rinnovi si trasforma in automatico in pensione di vecchiaia.
Altre misure pensionistiche che permettono di anticipare la pensione per l’invalidità sono:
a) per il 2021 (salvo eventuale proroga) il sussidio APE Sociale con una percentuale invalidante uguale o superiore al 74%, 64 anni di età e 30 anni di contributi;
b) pensione lavoratori precoci (Quota 41) con una percentuale invalidante uguale o superiore al 74%, un anno di contributi versati prima del 19° anno di età e 41 anni di contributi;
c) pensione di vecchiaia anticipata con una percentuale invalidante di almeno l’80%, con 60 anni di età per gli uomini e 55 anni per le donne e 20 anni di contributi (1040 settimane).
Quindi, con la pressione alta si può anticipare la pensione? La risposta è positiva. Infatti, abbiamo evidenziato in breve le varie forme. La prima cosa da fare è richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile, poi, in base alla percentuale invalidante, si può verificare a quale forma pensionistica aderire.