Choc a Verissimo per l’intervista di Gianluca Grignani. Il cantante, ospite di Silvia Toffanin su Canale 5 nella puntata di sabato 16 ottobre, consegna alla storia del piccolo schermo un’intervista surreale, folle, fuori controllo, sconclusionata, un incontenibile fiume di parole dell’artista, arrivato in studio con il suo celebre cappellaccio da cowboy.
“Sono un uomo in divenire, non amo i bei momenti“, ha esordito Grignani, così, a bruciapelo. S
ubito spiazzata la Toffanin: “Avrai avuto dei bei momenti, o no?“. E lui: “Non li voglio i bei momenti“. “Nemmeno la nascita dei tuoi 4 figli?“. E a quel punto, Grignani cede: “Quelli sì, difficilissimi per un uomo come me. Mi hai toccato in un punto dolente: i primi tre vivono con la mamma, mia figlia più grande vive con me. Chiudiamo l’argomento altrimenti mi viene la lacrimuccia”, sottolinea.
Poi, il racconto degli abusi subiti da ragazzo, quando fu vittima di un pedofilo e l’accusa ai genitori: “Il loro errore è stato quello di non andare avanti da un punto di vista legale” contro l’orco.
Dunque, in modo sconnesso, arriva a parlare della droga. E afferma: “La parola droga non deve essere usata perché nel bene o nel male le fai pubblicità. A meno che non debba parlarne per altri motivi, è sbagliato parlarne“.
Caso chiuso. Poi la Toffanin gli chiede che padre sia, e il rocker risponde: “Non lo so, però riesco a farlo. Sono permissivo, cerco di insegnare la libertà in tutti i suoi valori a mia figlia Ginevra che vive con me”.
A quel punto, Grignani si ferma e inizia a piangere. Un fiume di lacrime. Dunque riprende a parlare: “Ho scritto per 3 anni e mezzo. Ho scritto 80 brani. Vivo vicino alla casa in cui morì Stefania a 12 anni, una mia amica di quando ero piccolo. Mi sono dimenticato di lei per tanti anni”. E ancora lacrime a catinelle, in studio si sentono solo i singhiozzi, Toffanin in evidente imbarazzo: “Riprenditi“, gli suggerisce. Quando Grignani ritrova la calma, Silvia Toffanin gli sussurra: “Tu come stai adesso, ti vedo molto provato, in che fase sei?”. “Io non sono provato, piango perché sono libero. Sto parlando di Stefania, una ragazzina morta a 12 anni”, conclude Grignani in un’intervista del tutto commovente.