Sono molti i lettori che ci scrivono e ci chiedono chiarimenti sugli indennizzi di invalidità perchè spesso, nessuno o pochi, sono in grado di fornire informazioni certe ed esatte.
Molti cittadini, scoraggiati dal lungo iter burocratico che devono affrontare per ottenere (forse) l’assegno di invalidità, ci rinunciano o si affidano a terze persone poco esperte in tale materia.
Quello che molti non sanno ad esempio, è che la percentuale di invalidità si ottiene anche sommando tutte le patologie che il soggetto possiede, e non solo la malattia che grava di più sulla persona.
Facciamo un esempio: la signora Maria ha il DIABETE MELLITO TIPO 1° CON COMPLICANZE MICRO MACROANGIOPATICHE CON MANIFESTAZIONI CLINICHE DI MEDIO GRADO quindi, la percentuale di invalidità attribuita è 50%.
Ma la signora in questione, soffre anche di ANEMIA EMOLITICA AUTOIMMUNE che le assicura un ulteriore 41% di invalidità.
Va tenuto in considerazione che Maria ha anche una RINITE CRONICA ATROFICA che le da possibilità di ottenere il 10%. Quindi Maria, a causa dei suoi disturbi di salute, alcuni gravi, altri molto meno, può ottenere il 100% di invalidità (50 + 40 + 10).
Se Maria non supera un reddito familiare di € 16.982,49, può ottenere un assegno di invalidità di 650 euro mensili.
Molti cittadini, se pur con patologie, non raggiungono il 100% di invalidità però, possono ottenere cospicue somme se affetti dalle malattie che vi elencheremo di seguito.
Infatti, in molti pur avendo una malattia significativa non fanno richiesta dall’indennità di accompagnamento. Oppure, se ne fanno richiesta l’INPS la nega, ma è sempre possibile impugnare il verbale negativo.
Le patologie invalidanti che danno diritto all’assegno di 522 euro al mese sono tante e sono divise in base all’apparato: cardiocircolatorio, respiratorio, digerente, urinario, endocrino, osteoarticolare e locomotore, neurologico, psichico e visivo.
Le patologie più comuni sono:
a) diabete mellito;
b) trattamenti chemioterapici e cancro;
c) aritmie cardiache e cardiopatie gravi;
d) artrosi e artrite reumatoide in base alla gravità;
e) malattie invalidanti mentali (disturbo bipolare e schizofrenia);
f) sindrome di down;
g) malattie con disturbi del neurosviluppo (ad esempio l’autismo);
h) sclerosi multipla grave;
i) Alzheimer e Parkinson;
l) interventi che comportano menomazioni permanenti;
m) patologie nefrologiche (reni) e emodialisi;
n) tetraplegia o paraplegia.
L’indennità di accompagnamento nel 2021 è di 522,10 euro al mese per dodici mensilità, per un importo complessivo annuale di 6.265,20 euro (la tredicesima mensilità non spetta).
Inoltre, l’indennità è riconosciuta in misura fissa, a prescindere dei redditi personali o dai redditi del nucleo familiare. Infine, non si considera l’età del richiedente e l’assegno non è soggetto al pignoramento.
Per ottenere l’assegno di 522 euro al mese, è necessario essere affetti da una patologia grave che comporta l’assistenza continua di un familiare. A valutare la gravità della patologia è una Commissione medica INPS che considera vari aspetti. Nello specifico:
a) assistenza continua in quanto impossibilitato a svolgere atti di vita quotidiana;
b) quando non si può deambulare autonomamente e si ha bisogno di un supporto;
c) persone sottoposte a terapie oncologiche invalidanti.
Sulle patologie che richiedono terapie oncologiche, più volte è intervenuta la Cassazione, precisando che l’indennità spetta sia durante la fase avanzata della malattia che durante tutto il trattamento oncologico (chemioterapia o radioterapia).
Il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento di 522 euro al mese non è un percorso facile. Ma la prima cosa da fare è recarsi dal proprio medico curante e compilare il certificato medico introduttivo contenente la dicitura: “Persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore”. Oppure, la dicitura: “Persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”.
È importante barrare una delle due voci con le diciture sopra indicate, in quanto solo in questo modo, la Commissione medico legale potrà considerare l’indennità di accompagnamento. Inoltre, il medico nel certificato dovrà indicare tutte le patologie di cui è affetto il richiedente. Infine, nel caso di patologie oncologiche è possibile richiedere, attraverso il certificato medico, la procedura d’urgenza.
Il medico dovrà inviare il certificato introduttivo all’INPS in modalità telematica e dovrà consegnare il numero di protocollo al paziente.
Il paziente dovrà recarsi presso un patronato per presentare domanda indicando il numero di protocollo del certificato medico introduttivo.
L’INPS esaminerà la domanda e convocherà a visita il richiedente dinnanzi alla Commissione medica che dovrà valutare la patologia e il suo stato di gravità.