Nell’ultimo periodo le truffe che svuotano i conti correnti sono aumentate a dismisura e ad essere ingannati sono in particolare coloro che poco esperti, vengono raggirati senza accorgersi.
Purtroppo coloro che hanno scarsa competenza in materia informatica, quelli che mai avevano utilizzato la piattaforma della banca, sono diventati anche quelli più a rischio truffa. Ed infatti le truffe sul web si sono moltiplicate.
Ma gli hackers hanno attirato nell’inganno questa volta, veterani e non. E con una truffa studiata per bene, hanno svuotano il conto corrente di molti italiani.
Tra le truffe più diffuse nell’home banking c’è quella che viene definita phishing. Ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo. E’ la più comune perché è la più facile in cui cadere, specialmente se non si ha pratica dell’home banking.
Il phishing è un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale.
Si tratta di un’attività illegale che sfrutta una tecnica di ingegneria sociale: il malintenzionato effettua un invio massivo di messaggi che imitano, nell’aspetto e nel contenuto, messaggi legittimi di fornitori di servizi; tali messaggi fraudolenti richiedono di fornire informazioni riservate come, ad esempio, il numero della carta di credito o la password per accedere ad un determinato servizio. Per la maggior parte è una truffa perpetrata usando messaggi di posta elettronica, ma non mancano casi simili che sfruttano altri mezzi, quali i messaggi SMS, e-mail.
Potrete pensare che l’email sarà stata inviata dalla banca o dalla posta, ma, in realtà, è un e-mail fasulla.
In questa mail si chiede alla vittima di cliccare su di un link per fare delle verifiche. L’utente che crede sia effettivamente una mail della sua banca, clicca sul link e viene rimandato in un falso sito. Qui i truffatori arrivano ad impossessarsi delle credenziali di accesso al conto con vari strattagemmi. Ed il gioco è fatto. I truffatori si introducono nella piattaforma della vittima e gli svuotano il conto.
Dipende. La sentenza 806 del 2016 della Corte di Cassazione ha indicato che in caso di truffa le banche possono essere corresponsabili del furto. Ma a una condizione: che sia dimostrato che non hanno attivato alcun sistema di prevenzione di tutela del conto del cliente truffato.
In pratica un cliente che subisce una truffa online può chiedere il rimborso alla propria banca. Ma solamente se la banca non ha messo in atto sistemi di prevenzione adeguati atti a evitare la truffa. Quindi un correntista che subisce una truffa online come il phishing, può chiedere il risarcimento alla propria banca o in via stragiudiziale, oppure rivolgendosi al tribunale di competenza.
Le associazioni dei consumatori posso aiutare il cliente truffato nell’attivare le pratiche necessarie.