Conte: “Non avremo un Natale di baci e abbracci: stop a cenoni e tombolate, il virus corre veloce”
Il presidente del Consiglio Conte ha spiegato che sul meccanismo automatico che assegna a ogni Regione un colore in base al livello di rischio non si torna indietro, e ha invitato le Regioni all’unità. Rifiutare la divisione in fasce “significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato”.
Il presidente del Consiglio Conte ha lanciato un monito alle Regioni che stanno protestando per il meccanismo automatico che ha diviso l’Italia in tre fasce, gialla, arancione e rossa: “Chi ora rifiuta le tre fasce ci porta a sbattere. Serve unità”.
I governatori delle Regioni che da ieri, giorno di entrata in vigore del nuovo dpcm, si trovano in area rossa, e cioè Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria, si sentono penalizzati dai criteri adottati dal governo per l’assegnazione del livello di rischio. Criteri che, spiega il governo, sono stati in realtà discussi con le Regioni, che fanno parte della cabina di regia per la gestione dell’emergenza sanitaria.
Protesta anche il presidente della Regione Sicilia Musumeci, perché da ieri i siciliani si sono svegliati in area arancione. E intanto si aspettano i dati del monitoraggio settimanale dell’Iss che provengono proprio dalle Regioni. Anche se il nuovo report non dovrebbe cambiare nulla dell’assetto attuale, e non ci saranno a breve passaggi di fascia.
Nessuno ha mai messo in discussione prima il meccanismo di monitoraggio che ha portato alla divisione dell’Italia in tre fasce, “rifiutarlo significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato” con danni enormi per tutti, ha detto ancora il presidente del Consiglio. I cittadini della Lombardia, del Piemonte, della Valle d’Aosta, della Calabria, “non ne trarrebbero nessun beneficio. Senza contare l’ingiustizia di imporre lo stesso regime di misure che stiamo applicando alle Regioni rosse anche a cittadini che vivono in territori in condizioni meno critiche”.
“Chi ci accusa di agire sulla base di discriminazioni politiche è in malafede – ha aggiunto – Non c’è nessuna volontà di penalizzare alcune aree a discapito di altre. Non c’è alcun margine di discrezionalità politica nell’ordinanza del ministro Speranza. Le Regioni sono parte integrante di questo meccanismo”.
Sull’utilizzo di questo sistema per la gestione della pandemia “non torniamo indietro”. Il virus in Italia corre, e infatti “non ci sono Regioni verdi. Questo significa che difficilmente potremo trasportare i malati da una regione all’altra se la curva continuerà a salire in modo esponenziale”.
Conte è certo che le Regioni non trasmettano dati falsati: “Non oso neppure pensarlo. Significherebbe mettere scientemente a rischio la vita dei propri concittadini”. In ogni caso “ho voluto che nel decreto ristori bis fosse inserita una norma che contribuirà a rendere ancora più chiaro e trasparente il meccanismo di monitoraggio, in modo che la comunità scientifica e tutti i cittadini possano accedere a queste informazioni”.
“Non immagino feste natalizie con baci e abbracci, cenoni e tombolate. Spero ci guadagneremo un po’ di serenità e che l’economia potrà marciare a pieno regime“, ha affermato. “Essere passati alla didattica a distanza in particolare per le scuole secondarie di secondo grado è stata una scelta molto dolorosa. Garantiremo comunque l’apertura dei laboratori e la presenza degli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. Limiteremo questa misura allo stretto necessario“.
Sul piano economico, fra le varie misure nel nuovo decreto ristori “abbiamo inserito un fondo per erogare nuove risorse da destinare a Regioni che dovessero peggiorare il proprio livello di rischio“. A proposito del primo vertice con i leader per il patto di legislatura ha detto che “è stato un confronto molto costruttivo che è servito a ribadire la comune volontà di aggiornare il programma di governo”.