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Conte vuole il lockdown “leggero”: ecco cosa cambierà dal fine settimana


Arriva il “no” di Giuseppe Conte per un lockdown serrato come quello di Marzo. Questa volta niente DPCM, a introdurre e gestire il lockdown “leggero” saranno sindaci e governatori.

Un nuovo Dpcm significherebbe mettere in discussione la suddivisione fatta in colori, attribuita alle regioni. E Giuseppe Conte, che non può permetterselo, prende tempo per scongiurare il lockdown generalizzato.

Le sue parole sono state forti e chiare: “Non possiamo smontare il criterio scientifico che abbiamo costruito con l’ultimo Dpcm“, ripete Conte. Il limite fissato dagli scienziati del Cts è il fine settimana: “Da qui a domenica capiremo se la curva va in una direzione o nell’altra”.

Verso il lockdown “leggero”

Affidare alle regioni la decisione di cosa chiudere e cosa lasciare aperto, in base alla criticità che ciascuna regione sta vivendo.

Probabilmente molte regioni passeranno da gialle ad arancione e da arancioni a rosse.  Arrivare al weekend con l’Italia “chiusa” per Covid, attraverso un gioco incrociato di ordinanze del ministro della Salute, dei governatori e dei sindaci per avvicinarsi in sordina verso un nuova serrata, ma soft. Un lockdown “leggero”: imprese, fabbriche e attività professionionali aperte, bar e ristoranti chiusi su quasi tutto il territorio nazionale. Ancora molti dubbi sulla scuola, visto che la Ministra Azzollina vuole gli alunni in presenza, anche lì dove c’è zona rossa.

Cosa cambia?

Chi pagherà con la nuova stretta del governo saranno le attività che nella zona rossa sono rimaste aperte con il dpcm attuale: rimarrebbero aperti solo alimentari, farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccai.

Bisogna agire entro il 15 novembre, la data cruciale calata dai tecnici. Resta ferma la convinzione di convincere i presidenti delle regioni e gli stessi sindaci, a emanare nuove restrizioni: dal lockdown totale nei Comuni dove sono esplosi focolai, alla chiusura di strade, piazze e vie dello “struscio” ad alto tasso di assembramento, lasciando il passaggio libero solo ai residenti.

Entro novembre va messo in sicurezza tutto — ha avvertito Boccia in una delle tante call, come riporta Il Corriere della Sera —. Ogni intervento necessario deve essere fatto su scala territoriale”. E la strategia dello scaricabarile è già realtà.


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