Coronavirus

Coronavirus: da maggio la riapertura graduale delle aziende, ma l’estate si prevede senza spiagge, bar e ristoranti

L’estate è ormai tanto attesa e tutti noi ci auguriamo di tornare alla nostra vita quotidiana. Gli esperti ci hanno annunciato che fino a quando non ci sarà un vaccino, le precauzioni non potranno mancare e la nostra libertà sarà sempre vincolata da abitudini che una volta non ci appartenevano.

E’ giunta ormai la Pasqua e fra poco daremo il benvenuto anche al mese di Maggio: per ora tutto tace, le attività restano ferme e siamo ancora obbligati a restare  in casa per tutto il mese di Aprile. Ma come sarà la nostra estate? come saranno le nostre vacanze? Potremo goderci il mare e il sole dopo tanta sofferenza e stress?

A Maggio ci sarà una lenta riapertura di esercizi che sono gestibili, per evitare il contagio, con tutti i relativi dispositivi di protezione. I locali che generano assembramenti resteranno chiusi ancora un pò.

Dalla metà di Maggio potrebbero riaprire molte attività escludendo i bar, i pub, i ristoranti, le discoteche, gli impianti balneari e tutte quelle strutture che possono provocare un afflusso di persone con ingente aggregazione.

Anche per le scuole e le Università si fa lo stesso discorso: probabilmente la riapertura è probabile sarà rimandata direttamente a settembre, si dovrà solo studiare per bene come far svolgere gli esami. Il problema non è come riprendere le lezioni, si potrebbero fare turni mirati e ruotare, in modo da poter fare almeno interrogazioni ed esami.

Parola agli esperti

A parlare della nostra estate ci sono pertanto gli esperti.

Nel decreto legge emanato dal presidente della Repubblica, però, viene ribadito che le misure saranno rimodulate – aumentate o diminuite – in base alla diffusione di questo mostro invisibile. E il tutto potrà andare avanti anche fino al 31 luglio, data fissata come possibile fine dell’emergenza già a gennaio, quando la malattia ha fatto la sua apparizione.

Allora la prospettiva di andare in ferie prende un’altra piega. «È difficile dire quanto potrà durare l’epidemia – spiega il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Siena – perché il virus è davvero imprevedibile. Quello che si sta facendo ora in Italia, con le chiusure e i divieti, mi pare un buon compromesso. E forse potremo avere dei buoni risultati intorno ad aprile-maggio, mantenendo un livello di chiusura ancora piuttosto alto».

Di certo, però, difficile immaginare che possa scattare un’ora x dalla quale si torna di nuovo tutti liberi. Di assembrarsi, di mangiare il pescetto al mare, di partire per il resto del mondo.

«Il nostro riferimento scientifico resta la Cina, Hubei – chiarisce l’esperto – La situazione si è risolta in sei settimane. Tutto chiuso per 60 milioni di cittadini, anche se l’altro miliardo di abitanti ha continuato a produrre per portare il cibo, le attrezzature sanitarie e tutto quanto servisse a chi stava nella zona rossa».
I dati  parlano di una leggerissima flessione nei contagi, anche se i decessi restano elevati. «Il buon segno è che non ci sia una crescita della diffusione – sottolinea ancora Lopalco – I morti continueranno a esserci, perché sono quelli che si sono contagiati otto giorni fa. L’epidemia italiana è la sommatoria di tante epidemie, il grosso viene dalla Lombardia. E per essere certi che la situazione stia migliorando, non è tanto lí che bisogna guardare, quanto al trend delle altre regioni».

Il momento più brutto e grave di questi giorni è che ci sarebbe il divieto assoluto di andare in spiaggia e, di conseguenza, al mare, per tutto il periodo estivo. Gravi danni, che si aggiungono a quelli avuti fino ad oggi, per stabilimenti balneari, bar, ristoranti, alberghi e tutte le attività che riguardano il comparto vacanze.