Coronavirus, i cinesi avvertono: «In Italia troppo presto per la totale riapertura della fase 2, rischio di nuovi contagi»
Ieri il Premier Conte ha annunciato numerose novità sulla Fase 2, proclamando la riapertura anticipata di numerosi esercizi commerciali.
La Fase 2 in Italia ha preso il via il 4 Maggio e ora si dovrà attendere almeno 2 settimane per capire se la curva dei contagi comincerà nuovamente a crescere dopo il lieve scioglimento del lockdown previsto. Sono arrivate così sentenze dai cinesi, che osservano attentamente i passi che l’Italia sta facendo e anche questa volta, ammoniscono il popolo italiano.
«Troppo presto per la fase 2» avvertono in un comunicato. La sentenza arriva dalla Cina, da uno studio condotto dall’ospedale generale cinese di Pechino (PLA) che aveva come obiettivo quello di capire perché in Italia contagi e morti per Covid-19 sono stati più numerosi rispetti alla provincia di Wuhan.
Secondo lo studio cinese, ci sarebbe il concreto rischio di una seconda ondata di epidemia, per questo era necessario rimandare l’apertura. La risposta alla diversità del contagio arriva sulla rivista Frontiers in Medicine, che pone l’attenzione, prima di tutto sull’intervento governativo. In Cina la chiusura sarebbe stata immediata e da subito rigorosa, contrariamente all’Italia dove il contagio è stato maggiore.
«Secondo il modello esteso SIR, a Hunan dovrebbero essere 3.369 i casi totali, e i contagi a zero sarebbero avvenuti il 3 marzo, mentre in Italia sarebbero circa 182.051 le infezioni attese, con una data di fine epidemia intorno al 6 agosto. Le ragioni di tale disparità potrebbero essere dovute a diversi fattori, primo tra tutti la mancata tempestività nell’attuazione delle misure di prevenzione in Italia», spiega Wangping Jia del PLA di Pechino, autore principale dell’articolo.
Gli esperti perciò spiegano che l’Italia ha anticipato di 3 mesi la riapertura e ciò porterà ad un prolungamento della pandemia nella nostra penisola. Secondo diversi modelli, l’Italia per ripartire in totale sicurezza, avrebbe dovuto attendere l’inizio di Agosto.
Gli esperti spiegano di essere convinti che la fase 2 in Italia sia arrivata troppo presto. Poi però chiariscono: «Ovviamente ci sono dei limiti nel nostro studio, anzitutto dato il numero limitato di test, il numero di contagi in Italia potrebbe essere superiore a quello ufficiale. Inoltre il modello non tiene conto del periodo di incubazione della malattia, il che potrebbe renderlo meno accurato».