Coronavirus

Coronavirus: il clima può incidere sulla diffusione? L’esperta spiega cosa può succedere con caldo o piogge

 

Che l’Italia sia paralizzata dal virus, questo lo abbiamo capito, ma quello che non abbiamo compreso è quando questo Coronavirus sarà spazzato via una volta per tutte.

Attualmente il nostro Governo, tramite decreti di recente attuazione, sta cercando di riequilibrare la situazione definita di emergenza, decidendo anche di chiudere le scuole per evitare maggiore diffusione dello stesso virus.
Per cercare di capire se questo virus sarà annientato da caldo o pioggia, riportiamo l’intervista di  Sara Mazzilli, dottoranda alla Scuola Normale Superiore in data science applicata all’epidemiologia.

L’esperta chiarirà quale correlazione sussiste tra coronavirus e clima.

Che tipo di correlazione può esserci tra clima ed epidemie? Ci sono degli episodi passati che possono testimoniarla?

L’organizzazione mondiale della sanità, l’anno scorso, ha spesso lanciato lo slogan: “il cambiamento climatico è un problema di salute”; in inglese: “climate change is a health problem”. La salute della terra influenza quella di tutto l’ecosistema, inclusi piante e animali: sarebbe inutilmente ottimistico pensare che non influenzi la nostra. Tra le malattie infettive, sono in particolare le malattie trasmesse da insetti quelle più sensibili al global warming. La capacità di riprodursi degli insetti, come la nostra ben nota zanzara, aumenta con l’aumentare delle temperature e dell’umidità.

Inoltre, con il cambiamento climatico, habitat che prima erano proibitivi per la sopravvivenza di insetti tropicali, diventano ideali per la loro diffusione. Per fare un esempio concreto: dopo l’introduzione in Italia ed in Europa della zanzara tigre (Aedes albopictus), abbiamo iniziato a vedere durante le nostre estati piccoli focolai di patologie virali tipicamente tropicali come la febbre dengue e la Chikungunya.Fortunatamente i nostri inverni riescono a bloccare la diffusione di queste epidemie, ma in estate le condizioni climatiche ormai sono ideali per la loro propagazione.

Sta per iniziare una settimana di piogge. In che modo le piogge possono influire sulle epidemie?

È possibile dire lo stesso anche per il Coronavirus? – Le precipitazioni e più precisamente l’elevata umidità rallentano la circolazione di agenti patogeni come quello dell’influenza nell’ambiente, ovviamente in luoghi chiusi è comunque facile che una persona infetta trasmetta il patogeno. Non ci sono al momento studi specifici riferiti al COVID-19″.

Stiamo andando incontro alla stagione estiva. Il caldo è un diffusore maggiore di epidemie o ha un ruolo nel bloccarle?

Dipende dal tipo di epidemia; sappiamo che il caldo riduce la circolazione del virus influenzale o dei rhinovirus, che causano il raffreddore, mentre facilita la propagazione di malattie trasmesse da insetti. Oltre a influenzare il tempo di permanenza dei batteri nell’ambiente, la bella stagione cambia i nostri comportamenti: durante l’inverno le persone passano più tempo in luoghi chiusi a stretto contatto, quindi hanno una maggiore probabilità di respirare aria contagiata da qualcuno che ha febbre e così contrarre il virus; d’estate stiamo più speso all’aria aperta o a contatto con la natura, questo ci pone maggiormente a rischio di contrarre un’infezione veicolata dalla puntura d’insetto.

Secondo lei, il clima può influire in qualche modo sul Coronavirus? Quali le ipotesi?

“Nella nostra area climatica, molti dei virus che infettano le vie respiratorie, seguono una stagionalità, ovvero i casi di infezione diminuiscono con l’arrivo dell’estate. Molti esperti sostengono che sarà così anche per il COVID-19. Non dobbiamo dimenticarci però che la popolazione non è mai entrata in contatto con esso e sviluppato anticorpi contro questo nuovo virus, quindi, anche qualora il Coronavirus seguisse una stagionalità, è probabile che continueremo a vedere anche in estate un maggior numero di casi rispetto ad altre malattie infettive che il nostro sistema immunitario ha già avuto modo di conoscere”.