Coronavirus

Coronavirus, il condominio contro la dottoressa: «Fai attenzione quando rientri a casa». Scopriamo perchè

Tutti siamo più che convinti che, medici, infermieri e personale ausiliario sono e saranno, alla fine della pandemia, i veri eroi di questa porzione di storia così drammatica, che resterà impressa sui libri di storia e nella mente di chi lo ha vissuto.

Sarebbe bello ringraziare questi professionisti non solo con le parole, ma con quella umanità che meritano.

Vogliamo essere salvati ma pochi vogliono avere a che fare con loro al di fuori dell’ospedale in cui ci salvano la vita. È l’amara realtà che emerge da quanto accaduto in provincia di Pisa, dove una dottoressa costretta a turni massacranti, è finita nel mirino dei condomini: nei pressi del portone, infatti, è stato affisso un cartello che è ha generato la rabbia dei primari dell’Ospedale dove la donna lavora.

Come riporta Il Tirreno, la dottoressa lavora in un ospedale di Cisanello (Pisa) e, una sera, ritornando a casa, ha trovato un messaggio diretto a lei, affisso sulla porta d’entrata: «Sappia che in questo condominio abitano una neonata di sei mesi e una signora ultraottantenne vedova. Perciò usi le massima precauzioni quando utilizza gli spazi comuni e deve toccare cancelli, scale, sottoscala e corrimano».

Probabilmente la paura di essere contagiati è tanta, ma bisogna essere molto “più umani” nei confronti di questi medici che ogni giorno sfidano la sorte per salvare vite umane.

L’episodio ha scatenato la rabbia di Stefano Taddei, ordinario di Medicina e direttore della clinica medica 1 Universitaria, e di Marco Taddei, direttore di Medicina 4 dell’ospedale: «Questo è un atto vergognoso, che non può passare sotto silenzio. Quando i medici lasciano l’ospedale, tutto avviene in sicurezza e ogni ambiente viene igienizzato e sanificato».

Dobbiamo ricordare che i medici, come tutti i lavoratori di quel settore, usano scrupolosamente tutti i dispositivi di sicurezza per proteggersi e conoscono perfettamente le regole per non infettare chi li circonda. Siamo certi che il comportamento  “discriminatorio” usato dai condomini, sia solo frutto di un eccessivo timore e incertezza.

Fonte consultata: il Messaggero