Sono vietate, in questo periodo di emergenza sanitaria, tutte le riunioni religiose che possano creare accumulo di gente in luoghi chiusi e affollati e creare la diffusione del virus.
“Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”: questa la norma che blocca di fatto matrimoni, funerali e altre cerimonie religiose per provare a contenere la diffusione del coronavirus.
Stop ai matrimoni, ai funerali, a cresime e comunioni. Il nuovo decreto del Presidente del Consiglio per cercare di ostacolare la diffusione del coronavirus prevede misure drastiche e mai prese prima nella storia della Repubblica. Tra le altre, al punto “v”, si legge che “l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. La misura vale su tutto il territorio nazionale, non solo per le zone della “nuova zona rossa”.
La Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria, Novara, Verbania-Cusio-Ossola e Vercelli dunque si fermano. Fatti salvi “gravi e indifferibili motivi” in queste zone l’accesso sarà severamente vietato, e da queste zone non sarà possibile uscire. Non solo: i residenti in queste aree del paese sono invitati a limitare il più possibile la mobilità interna, cioè a non spostarsi se non strettamente necessario ed evitare – come ripetuto allo sfinimento in questi giorni – assembramenti. In questa categoria chiaramente rientrano a pieno titolo le cerimonia civili e religiose menzionate nel decreto: stop, quindi, anche a matrimoni e funerali.
La decisione di vietare cerimonie civili e religiose è stata presa dopo quello che è successo a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, dove è morto un 75enne risultato positivo al coronavirus dopo i funerali che si sono svolti alla presenza di centinaia di conoscenti, alcuni dei quali già sottoposti a quarantena.
Per quattro di loro è già stato accertato il contagio, ma gli infetti sarebbero molti di più. L’emergenza – in particolare – riguarda la zona tra San Marco in Lamis e San Nicandro Garganico, per la quale ieri il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha detto di temere che possa scoppiare un focolaio, come accaduto in Lombardia nella zona di Codogno. La Procura di Foggia nel frattempo ha aperto un’inchiesta. L’ipotesi di reato è quella di diffusione colposa di epidemia.