Coronavirus

Coronavirus, il virologo Pregliasco: “Siamo passati da pandemia ad endemia”. Ecco cosa comporterà questo passaggio

Coronavirus: siamo passati ufficialmente da pandemia ad endemia. Lo spiega il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi di Milano, ai microfoni di Rai 3. Ecco cosa significa e cosa comporterà questo passaggio per l’Italia.

“Siamo passati da pandemia ad endemia“. Queste le parole di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi di Milano, intervenuto nella trasmissione televisiva “Agorà” su Rai 3. Col termine, spiega l’esperto, si intende una diffusione bassa ma costante del virus rispetto alla versione precedente più rapida e aggressiva.

L’endemia è riferita ad una malattia, che viene detta endemica, quando è costantemente presente o molto frequente in una popolazione o territorio. Una malattia è detta endemica quando il microrganismo della malattia è stabilmente presente in un territorio e circola in una popolazione. La malattia si manifesta uniformemente nel tempo con pochi casi. Molte malattie endemiche presentano ciclicità stagionali, altre sono legate a fattori ambientali.

Coronavirus, ora siamo in endemia

La prima fase critica è stata superata in Italia, ma sarà sempre opportuno prestare massima attenzione: “Siamo riusciti a mitigare l’incremento – riferisce il dottor Pregliasco – ma non si è ancora arrestato a causa delle caratteristiche del virus stesso. Questo è infatti facilmente trasmissibile da asintomatici, i quali rappresentano il 30-40% degli infetti”.

Basta infatti l’emergere di nuovi pericolosi focolai per innescare nuovamente il meccanismo: “Il caso di Pechino, considerato estremamente grave dalle autorità, è simile a quello dell’ospedale San Raffaele Pisana di Roma”, spiega il virologo.

Questo dimostra che: “Dobbiamo continuare ad avere attenzione e serve un tracciamento rigoroso per tenere bassi i fuocherelli che continueranno ad esserci, perché la maggior parte delle persone sono ancora infettabili”. E sbagliare adesso, tornando quasi a un punto di partenza, sarebbe ancor più devastante per l’Italia.