Coronavirus, la soluzione dell’esperto Pier Luigi Lopalco: “Ecco come evitare il 90% dei casi” VIDEO
Pier Luigi Lopalco è un epidemiologo di fama internazionale e nazionale e ha fornito dei validi consigli da diffondere ai cittadini sul Coronavirus, affermando che si può evitare il l’epidemia nel 90% dei casi seguendo queste importanti linee guida.
Coronavirus, ecco come arginare l’infezione da Covid-19. Ne parla Pieluigi Lopalco
Come riuscire ad arginare l’allarme coronavirus?
A dare una risposta è Pier Luigi Lopalco, epidemiologo di fama, professore di Igiene dell’Università di Pisa. La sua intervista, rilasciata a Il Fatto Quotidiano, chiarirà quali sono i consigli che l’esperto ha fornito.
E’ fondamentale capire che, per diminuire i casi per più del 90% dei casi, bisogna seguire queste regole, afferma : “Ogni giorno a reti unificate bisognerebbe consigliare: chi ha la febbre se ne stia a casa. Ai primi sintomi state a casa. Già così si limiterebbero i contagi del 90 per cento”. “Così – aggiunge – si sarebbero limitati anche quelli precedenti”
“Certo. Lo spread dell’infezione schizza perché chi non sta bene se ne va in giro. Tuttora mi arrivano notizie di persone con sintomi che si presentano a feste”.
Dopo la decisione di chiudere le scuole fino al 15 Marzo per evitare la diffusione del virus, perchè non chiudere anche i supermercati?
L’esperto risponde: “Allora, l’altra possibilità è quella di contagi da asintomatici. In questa fase è necessario limitare gli accessi ai luoghi dove si riuniscono le persone, come cinema e teatri”.
La soluzione? “Rispetto ai supermercati non direi di chiudere, ma di provvedere a un sistema di accessi limitati, questo sì. Già creerebbe una dinamica di svuotamento. Poi chi ne ha la possibilità dovrebbe fare per un po’ la spesa online. Certo, se l’anziano scende nella bottega sotto casa non corre rischi. Ma vi prego, resistete: niente aperitivi e niente feste”.
Quando potrebbe arginarsi l’epidemia?
“Dalla comparsa in un’area del “paziente 1” almeno 40/45 giorni nella zona di riferimento. Nei prossimi giorni capiremo se le misure prese nel Nord Est funzionano. Ma nel caso attenzione a non cantare vittoria troppo presto: serve prudenza”.
In parole povere: per abbassare la possibilità di diffondere il virus, per contagiare sempre meno persone, ci sono 2 cose essenziali da fare secondo Lopalco: stare a casa se si avvertono sintomi e non uscire assolutamente andando in luoghi pieni di gente. La spesa? Meglio farsi una grande scorta. Solo così si potrà “attenuare la situazione di allerta”.
“Questo aumento dei casi è esattamente quello che ci si aspetta da un virus che si trasmette per via respiratoria“afferma in un’altra intervista.
Occhio agli ospedali, quelli in provincia non sono attrezzature
Poi mette in guardia circa le attrezzature inadeguate degli ospedali, in particolare quelli di provincia, che non sarebbero in grado di sostenere l’epidemia se si aggravasse.
“Provi a chiamare il direttore sanitario di un qualsiasi ospedale di provincia e gli domandi se nell’ultima settimana ha fatto un’esercitazione o ha valutato quanti posti sono disponibili in rianimazione in caso di emergenza. Le dirà di no, perché nessuno ha detto loro come affrontare la questione”
In un suo interessante messaggio sulla sua pagina Fb afferma:
“Un virus pandemico (il coronavirus) si diffonde velocemente e non conosce frontiere geografiche. PUNTO
Fra i Paesi europei noi siamo riusciti (per un puro caso) a renderci conto prima di altri che avevamo una circolazione locale del virus nel Nordest del Paese. Ce ne siamo accorti perché abbiamo fatto il tampone ad un paziente con polmonite che CREDEVA di aver avuto un contatto indiretto con la Cina. In effetti l’infezione chissà da chi l’aveva presa. Se fossimo stati pedissequamente aderenti a cercare il virus SOLO in chi tornasse dalla Cina, ancora adesso non lo avremmo trovato. Ma avremmo comunque avuto gli ospedali di Cremona e Lodi presi d’assalto dalle polmoniti ed il contagio ancora di più fuori controllo.
Si capisce bene dunque che, con la stessa analogia, i Paesi Europei hanno cercato il virus in tutti i loro cittadini “di ritorno dall’Italia” e non in quelli che avessero la polmonite ma fossero stati sempre nelle loro casette. Ecco spiegato perché oggi sembriamo gli untori di Europa.
Gli americani, appena hanno cominciato a cercare il virus nei pazienti con polmonite negativi all’influenza, anche senza contatti visibili con Cina o Italia, sorpresa, sorpresa, l’hanno trovato.
Chi cerca trova: spiegato il mistero”