Coronavirus: l’infettivologo Galli “Richiudere tutto dopo aver riaperto potrebbe essere un disastro
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In questo periodo abbiamo sentito parlare molti virologi, epidemiologi ed esperti e ci siamo sempre affidati alle loro parole. L’ondata epidemica non è ancora terminata, perciò dovremmo affidarci a loro ancora per un pò. Tra tanti abbiamo sentito parlare di Massimo Galli.
Massimo Galli nasce a Milano l’11 luglio 1951. Il suo nome è divenuto familiare nelle case delle famiglie italiane, durante la pandemia di Covid-19 nei primi mesi del 2020. In questo contesto il professore e infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, è riconosciuto come uno dei principali punti di riferimento della comunità scientifica.
Una volta conclusi gli studi con successo e ottenuta la summa cum laude, il giovane Massimo Galli inizia a lavorare presso l’Ospedale Sacco di Milano, struttura sanitaria alla quale rimane legato per gran parte della propria vita professionale.
La sua intera carriera si divide infatti tra il Luigi Sacco e l’Università Statale di Milano, istituto presso il quale Massimo Galli diventa professore ordinario di malattie infettive a partire dall’anno 2000. Otto anni dopo viene nominato Direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco, ruolo che ricopre con successo, guadagnandosi la stima dei suoi collaboratori.
L’infettivologo Massimo Galli è stato intervistato a Mattino Cinque sulla Fase 2 e sulle riaperture annunciate dal Premier Conte.
Il Professore ha detto che “La teoria mascherine, guanti e speriamo bene non è sufficiente. Capisco che la gente non ne possa più, è comprensibile purtroppo il virus non fa sconti e potrebbero esserci nuove ondate, anche perché è bastata una singola botta per conciarci come ci ha conciato”.
Galli ha poi aggiunto: “La mia preoccupazione è che il problema si consideri superato, soprattutto se non vengono adottate tutte le misure per la prevenzione e l’arginamento di nuovi singoli focolai. Dover richiudere dopo aver riaperto potrebbe essere un disastro”.