Coronavirus

Coronavirus Lombardia: la Regione suggerisce di stare a casa, ma le piste da sci sono prese d’assalto

 

Volendo dare una situazione aggiornata di quello che sta succedendo con il Coronavirus, possiamo riferire che i contagiati totali in Italia dall’inizio dell’epidemia – con i dati della Protezione Civile, nel pomeriggio di sabato – sono 5.883, di questi 5.061 sono ancora malati, 567 si trovano in terapia intensiva, 589 sono guariti, 233 sono deceduti. Nelle ultime 24 ore, i morti sono stati 36. Da venerdì, quindi, si sono registrati 1.145 nuovi contagi attivi, 808 dei quali nella solo in  Lombardia.

Pertanto, nonostante gli inviti di governo, dei medici, degli epidemiologi  e della stessa Regione Lombardia che suggerisce di stare in casa, per evitare che si possa diffondere il virus, sono tanti i cittadini che hanno affollato gli impianti da sci, fin dalla giornata di ieri.

Gli impianti sciistici ai Piani di Bobbio tra il Lecchese e la Bergamasca, sono stati completamente presi d’assalto.

I proprietari degli hotel e impianti hanno affermato:  “ oggi c’è tantissima gente, più del solito. Non sanno cosa fare e vanno tutti a sciare. Non rispettano la quarantena e gli ordini”

Insomma, nonostante la Lombardia sia una regione parecchio sottomessa dal virus, un’emergenza sanitaria grave, i cui casi si moltiplicano di ora in ora, gli abitanti sembrano continuare a condurre una vita normale, approfittando della chiusura delle scuole e del week end per affollare impianti sciistici e godersi il relax.

Un’operatrice che lavora nel settore turistico ha affermato: “Stanno tutti a casa e non sanno cosa fare e vanno tutti a sciare. Non rispettano la quarantena (che però vale solo per positivi al virus asintomatici o chi è stato in contatto con qualche contagiato, ndr) e gli ordini“.

Per capire che la gente ignora le disposizioni e i consigli, ovvero di stare a casa e non in luoghi affollati, basterà osservare il tutto esaurito dei parcheggi degli impianti, che fanno registrare una lieve impennata di turismo giornaliero.

Il comprensorio non è aperto a pieno regime: per rispettare le direttive del governo sul contenimento del virus la capacità delle cabine è stata diminuita di un terzo della portata e non ci sono navette di collegamento. La stessa operatrice ha concluso: “Facciamo rispettare le distanze di sicurezza, anche per questo c’è tanta gente in coda. Se normalmente non si fanno code per la funivia ora si possono fare anche 2-3 ore, perché anziché 12 persone per funivia ne possiamo caricare soltanto 4. Non ci sono le navette di collegamento, per cui chi arriva presto trova il parcheggio comodo, sennò si deve fare mezz’oretta a piedi prima di raggiungere la funivia. Però la gente non desiste”.

Gli stessi dipendenti ritengono di essere preoccupati da questa situazione visto che loro devono garantire la loro presenza sul lavoro, specialmente con questa massiccia qauantità di persone che non si prevedeva.

 “Siamo preoccupati, però non possiamo limitarli. Nel senso che a noi gli ordini che ci sono stati impartiti dalle direttive ministeriali ci dicono di mantenere le distanze di un metro, di metterne 4 in cabina, di non mettere le navette perché sennò si fanno assembramenti sul pullman, ma se la gente arriva lo stesso e si mette in coda a una spanna l’uno dall’altro, e anche se i nostri operatori gli dicono di mantenere le distanze non lo fanno, noi non possiamo fare nulla. Dovrebbero essere le forze dell’ordine a intervenire“, aggiunge l’operatrice.

La realtà è che le persone non hanno capito che questo atteggiamento può compromettere l’evolversi della situazione, facendo aumentare i casi a dismisura.

L’ultimo appello in questo senso era arrivato in mattinata dall’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ma forse non è stato ben accolto dai cittadini: “Sono giornate bellissime e i lombardi sono gente dinamica che ama vivere e socializzare – aveva detto su Facebook l’assessore -Ma in questo momento vi è la necessità che ognuno adotti stili di vita consapevoli: bisogna stare a casa, bisogna evitare gli assembramenti, bisogna attuare il distanziamento sociale. È fondamentale se vogliamo sconfiggere il coronavirus, questa infezione che si sta propagando in tutta la regione”.