Cosa può succedere alle pensioni in Italia con la guerra in Ucraina? INPS in affanno
Dopo una lievissima ripresa economica dell’Italia post lockdown, quando tutto sembrava essere ritornato alla semi normalità, ecco che è arrivato lo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia.
A risentire delle conseguenze è anche l’Italia che dovrà prendere serie decisioni su vari fronti, rivedere decreti che sarebbero stati attuati e tra questi vi è il nodo delle pensioni.
Cosa può succedere alle pensioni in Italia con la guerra in Ucraina?
Il Governo si trova in netta difficoltà per questa situazione del tutto imprevista e un’ inflazione davvero da paura. Nel mirino finiscono inevitabilmente le pensioni. L’uscita dal covid sembrava un momento di rinascita per l’economia italiana e tanti effettivamente ci speravano. Ma il sogno è durato poco.
Le risorse economiche dello Stato già messe a dura prova dall’esborso eccezionale dei bonus dell’epoca covid, sono adesso ulteriormente salassate dai bonus sulle bollette e da quello in arrivo sui carburanti. Le speranze di fare cassa attraverso la lotta all’evasione sono vaghe e comunque parlano di un futuro remoto e di conseguenza a farne le spese sono proprio le pensioni. E’ il Sole24ore a pubblicare delle indiscrezioni secondo le quali tutta la riforma delle pensioni potrebbe essere congelata.
Ape sociale ed Opzione Donna rischiano di saltare perché le coperture del governo divengono sempre più scarse. L’Italia inoltre si deve preparare anche al peggio: qualora scoppiasse una guerra in cui verrebbe coinvolta, è necessario che si faccia trovare preparata. Questo significa investire i soldi in munizionamenti. Inutile dire che servirà una gran quantità di denaro e lo Stato non sa in che modo recuperarli, considerando che la lotta all’evasione è ormai rimandata.
Allo stesso tempo i lavoratori giovani sono pochi, spesso precari ed in nero. Insomma lavoratori poveri che all’INPS danno ben poco e che non consentono di reggere il forte esborso delle pensioni. Voci sempre più insistenti parlano di una riforma dunque congelata e di quota 102 prorogata.
Il Presidente dell’INPS Tridico aveva già messo in guardia prima della crisi in Ucraina che la povertà dei lavoratori di oggi metteva in crisi la tenuta del sistema. La guerra ha ovviamente peggiorato uno scenario già difficoltoso.
Pare che il governo desideri soltanto prendere tempo e bloccare quota 102 ancora per un altro anno. In queste settimane si avranno maggiori delucidazioni ma certamente anche il mondo delle pensioni pagherà un costo elevato per questo scenario triste internazionale.
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