Coronavirus

Covid. Appello dei medici del pronto soccorso: “venite in ospedale solo se avete questi sintomi!”

Ospedali già al collasso per via del gran numero di cittadini che inondano le sale d’attesa del pronto soccorso, in panico e con la paura di avere il coronavirus. I medici lanciano un appello: “non venite al pronto soccorso se non avete questi sintomi, perchè così il sistema crolla”.
L’appello di Angelo Gratarola, Direttore Anestesia e Rianimazioni dell’ospedale policlinico San Martino di Genova.

Gratarola, con la sua qualifica, è in prima linea nella gestione del pronto soccorso del San Martino, che negli ultimi giorni, così come quello di Galliera e Villa Scassi, mette in luce una situazione alquanto grave: “troppi accessi, in gran parte con sintomi covid e in gran parte non talmente gravi da richiedere un supporto ospedaliero. Pochi i codici rossi, quelli di gravità maggiore, molti i codici gialli e moltissimi i verdi, quelli cioè di minore gravità. Che in periodi normali possono sì essere gestiti anche al pronto soccorso, pur senza necessità, ma che in queste settimane diventano un problema molto grave”.

In ospedale giungono pazienti con sintomi simili all’influenza, che chiedono tamponi rapidi per capire se si tratta di Covid. Il problema è che i medici talvolta devono visitare centinai di pazienti, andando in affanno, trascurando talvolta i casi più gravi. Lo smistamento nel pronto soccorso, in questo periodo di pandemia, è quasi impossibile: la gente è terrorizzata e i sintomi di una probabile influenza si trasformano in somatizzazioni accentuate dall’ansia.

“Il pronto soccorso è una risorsa che ha chiaramente limiti, non può ricevere tutta la popolazione di Genova – spiega Gratarola – per poterlo mantenere vivo e vitale è necessario fare delle distinzioni in autonomia”.

Influenza o coronavirus, i sintomi e quando andare in ospedale

Gratarola spiega che i pazienti che hanno una sintomatologia influenzale, e dunque febbre, mialgie, mal di testa, occhi arrossati, un po’ di tosse, ma non hanno alcun disturbo respiratorio e non fanno fatica a respirare, sono affetti, appunto, da sindrome influenzale, “identica a quelle che sono abitualmente le forme stagionali. Se è da covid o da altro virus non importa, se la sintomatologia è quella non bisogna andare in pronto soccorso e ingolfare il sistema emergenza. Devono venire solo quelli che hanno problematiche di ordine respiratorio: gli altri casi devono restare a casa, quarantenarsi, cercare di non contagiare gli altri e contattare il medico di famiglia“.

Il sistema, sottolinea di nuovo Gratatola, «non è in grado di assorbire tutto ciò che sta sul territorio: una volta che il malato è entrato in pronto soccorso occorrono ore, nel caso, per dimetterlo: bisogna fare test e analisi, dedicare tempo e personale, magari per una patologia che può essere tranquillamente gestita a casa».

Andando avanti cosi, le strutture sanitarie potrebbero arrivare al collasso.

Decine di ambulanze in coda, posti letto esauriti, pubbliche assistenze costrette a restare bloccate in ospedale perché la barella serve per il paziente che hanno accompagnato e che è in attesa. Venerdì mattina, al Galliera, è capitato a un’ambulanza della Croce Verde di Mele: partita alle 3 di notte per un soccorso non covid, alle 9 era ancora ferma perché il paziente doveva ancora fare il triage e la barella serviva per ospitarlo.

Chiarisco una cosa anche a chi pensa che per fare il tampone velocemente basta venire in pronto soccorso – prosegue Gratarola – Così facendo è un gatto che si morde la coda, e facciamo saltare il sistema, perché non è così che si usa la medicina, sopratutto quella emergenziale. Se tutte le persone che hanno un po’ di sintomatologia arrivano al pronto soccorso il sistema non può reggere: il pronto soccorso è solo per urgenza ed emergenza, e non per farsi fare il tampone. Per quello c’è il drive through, e chi non può muoversi si rivolge alla Asl, pur con attese che possono però essere gestiti da casa”.

Andare in pronto soccorso, conclude Gratarola, comporta spargere il virus se uno è positivo, e il rischio di contrarlo se non lo si ha: “Il rischio si corre quando una persona sta male: se ha solo febbre e mal di testa venire al pronto soccorso è inutile e deleterio”.

I sintomi che devono far scattare l’allarme e devono costringere il paziente a rivolgersi al pronto soccorso, comprendono la mancanza di respiro, crisi respiratoria, affaticamento eccessivo e volto a peggiorare.