L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento, ha chiarito, in una sua intervista, cosa accadrà nei prossimi anni riguardo al Covid.
E’ quasi certo che il Sars-Cov-2 – il patogeno responsabile della pandemia di Covid – possa mutare ulteriormente e creare nuove varianti, forse non scomparendo mai dallo scenario mondiale.
Potrebbe essere richiesto, a questo proposito, un richiamo vaccinale annuale per i fragili per proteggersi da nuovi ceppi virali simili a Omicron, come ha confermato Stéphane Bancel in un’intervista andata in onda su Bloomberg Tv.
Quel che è certo è che il Covid non è sparito e non sparirà, e che la ‘normalità’ sarà diversa da quella vissuta fin ora.
Ne ha parlato all’Adnkronos Salute l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento. “Passare dalla gestione d’emergenza” covid in Italia “a quella ordinaria della pandemia da Sars-Cov-2 è più che giusto. Lo sostengo da tempo. Ma l’ordinario va preparato. La gestione straordinaria, con reparti Covid dedicati negli ospedali, non è sostenibile sul lungo periodo. Ma il virus sarà presente per sempre. Al momento, però, non vedo molto impegno organizzativo per passare a questa gestione ordinaria”.
Lopalco fa “un esempio per tutti: molti casi di ricoveri attribuiti al Covid, in questo momento, riguardano pazienti che vanno in ospedale per altri motivi e risultano positivi al virus. Questo perché c’è ancora una circolazione virale intensa e la probabilità che ci sia un portatore del virus, anche tra chi ha una patologia diversa, è molto alta.
Attualmente queste persone vengono trasferite in reparti Covid, a prescindere dalla loro malattia, anche se non hanno bisogno di uno pneumologo o di un infettivologo. Questo aspetto è stato, fino ad oggi, sottovalutato”.
“Eppure – prosegue Lopalco – in questa situazione ci sono e ci saranno moltissime persone vaccinate che non hanno problemi con il virus. La gestione di questi pazienti, finita l’emergenza, andrà fatta nei reparti ordinari, non in quelli Covid. Per questo bisogna preparare il personale e avere, nei reparti ordinari, stanze di isolamento come si fa per altri patogeni, tubercolosi o altro”.
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