Il Coronavirus è arrivato nelle nostre vite in modo molto prepotente, portando via i nostri cari. L’unica eccezione che ci ha concesso, è stato perlomeno risparmiare i bambini, che si ammalano in modo meno grave. Ma nelle ultime settimane i pediatri sembrano preoccupati e lanciano l’allarme: ci sono stati 8 decessi tra la popolazione pediatrica compresa tra 0 e 14 anni.
In un intervista di alcuni mesi fa al dottor Crisanti, si affermava che i bambini hanno una resistenza maggiore al virus degli adulti. Occasionalmente però abbiamo notizia che i bambini si possono ammalare. Non è una refrattarietà assoluta. L’evento è possibile, ma statisticamente molto raro, dal momento che a Vo’ su 234 bambini di quell’età, che vivono anche con genitori infetti, nessuno si è ammalato. Stiamo cercando di dare una spiegazione al fenomeno, ma al momento non sappiamo il perché.
Dall’esame di 5.374 bambini e adolescenti risultati positivi, meno del 7% ha sviluppato sintomi abbastanza gravi da richiedere ricoveri. Solo 8 dei bambini sono morti e la maggior parte di loro avendo condizioni mediche preesistenti. Il tasso di mortalità è arrivato allo 0,15%.
Tuttavia, in una sorprendente svolta degli eventi, si scopre che i bambini neri, ispanici e asiatici erano più a rischio. I loro casi sembravano tutti più gravi e c’era una maggiore possibilità di infezione rispetto ai bambini di altre etnie.
Sempre dall’inizio della pandemia il numero comlessivo dei contagiati in questa fascia d’età è stato 149.219, pari al 12,2% del totale.
A fare il punto, sulla base degli ultimi dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità e aggiornati al 18 novembre, è la Società Italiana di Pediatri (Sip), in occasione della conferenza stampa di presentazione del Congresso Straordinario Digitale “La Pediatria italiana e la Pandemia da Sars-CoV-2”.