Covid, i nuovi sintomi delle varianti: meno febbre e tosse, più stanchezza, nausea e vomito
Il virus, come sappiamo ha determinato numerose varianti che si differenziano non solo per la loro struttura ma anche per i sintomi diversi dal “tradizionale” coronavirus, protagonista dell’inizio pandemia.
A causa delle varianti quindi, arrivano in ospedale pazienti con diversa sintomatologia e decisamente diversi rispetto a un anno fa.
Le sindromi respiratorie, caratterizzate da tosse fino a patologie come polmoniti, sono meno comuni rispetto all’inizio della pandemia. Lo studio britannico che ha interessato 19mila pazienti negli ultimi mesi, dimostra che la metà di questi non mostrava i sintomi finora noti come i più comuni del Covid, come febbre, tosse e perdita di gusto e di olfatto.
Nella seconda ondata invece, i sintomi più frequenti riguardano quelli gastrointestinali: nausea che si trasforma in vomito, diarrea e stanchezza fisica e mentale.
Gli studiosi hanno evidenziato che questi sintomi frequenti della variante inglese, africana erano stati registrati nel 2003 quando, emerse per la prima volta l’epidemia da Sars. Gli stessi sintomi erano apparsi nel Marzo 2020 e coinvolgevano solo la popolazione di giovanissimi.
Ora questi disturbi sono prevalenti, ma questo fenomeno sembra legato principalmente all’abbassamento dell’età media dei malati ma questo non significa che sia meno pericolosa la malattia.
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