La Svizzera, dal pugno di “ferro” fa guerra a chi non vuole rispettare le regole, lanciando una vera e propria provocazione. Sarà negato l’accesso alla terapia intensiva per tutti i negazionisti e multe per i no mask.
L’idea, lanciata in Svizzera dall’economista Willy Oggier, fa discutere: lasciar morire i negazionisti, in assenza di post letti, significa violare il diritto alla salute, garantito dalla legge internazionale. Intervistato dai giornali svizzero-tedeschi del gruppo editoriale Tamedia, Oggier esorta a ‘prendere sul serio’ gli scettici.
L’economista, specializzato nel settore sanitario chiede l’introduzione immediata di una base legale che consenta di infliggere multe disciplinari a chi viola le regole anti contagio evitando lunghe procedure. Quanti «ignorano volontariamente le regole di distanziamento sociale e di igiene devono assumersi la responsabilità dei loro atti», dichiara, aggiungendo che anche servizi di sicurezza privati e polizia ferroviaria dovrebbero pure poter imporre tali sanzioni.
La Svizzera, pur con un indice di tamponi positivi superiore al 25%, registra un atteggiamento rilassato nei confronti della pandemia in grandi aree urbane.
“Penso che la sua considerazione non sia completamente sbagliata – dice a Repubblica Christian Camponovo, direttore della Clinica Moncucco di Lugano, uno dei due ospedali Covid del Canton Ticino – esiste una responsabilità individuale dove ognuno è libero di fare e di dire quello vuole, ma poi vi è anche una responsabilità collettiva, che è quella di preservare le strutture sanitarie dalla saturazione”. Per Camponovo quindi la provocazione di Oggier è eticamente plausibile: “Prima di parlare ciascuno deve assumersi la responsabilità di quello che dice e, quindi, deve essere disposto a subirne le conseguenze”.
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