Crisanti: “La verità è che hanno vaccinato i giovani con Astrazeneca per smaltire dosi”
“Diciamo la verità: sono stati vaccinati i giovani perché c’era una montagna di dosi di Astrazeneca non utilizzate e perché senza i giovani non si raggiunge l’immunità di gregge. La verità pura e semplice è questa. E per fare questo si sono disattese tutte le indicazioni, mettendo in pericolo la salute delle persone e screditando un vaccino che rimane sicuro ed efficace in tante circostanze. Io penso che questo sia stato un danno abbastanza rilevante”. Queste le parole di Andrea Crisanti, direttore del reparto di Microbiologia e di Virologia dell’università di Padova, ospite a “Otto e mezzo” su La7.
Chi è Andrea Crisanti?
Andrea Crisanti (Roma, 14 settembre 1954) è un microbiologo, accademico e divulgatore scientifico italiano. È professore ordinario di microbiologia all’Universita di Padova. Precedentemente è stato lecturer al dipartimento di biologia, poi reader e infine full professor di parassitologia molecolare presso il dipartimento di scienze della vita dell’Imperial College London in Inghilterra.
Laureato all’Università La Sapienza di Roma in medicina e chirurgia con 110/110 e lode,[1] ha ricoperto il ruolo di borsista post-dottorato presso il Centro per la biologia molecolare (ZMBH) dell’Università Ruprecht Karl di Heidelberg. Dal 1994 è docente di parassitologia molecolare presso l’Imperial College di Londra, laddove divenne professore ordinario nel 2000. Andrea Crisanti è altresì professore ordinario di microbiologia all’Università degli Studi di Padova, direttore del centro di genomica funzionale dell’Università degli Studi di Perugia e presidente del gruppo scientifico del programma Marie Curie dell’Unione Europea. Nel 2011 è stato nominato caporedattore della rivista medica Annals of Tropical Medicine and Parasitology, che nel 2012 sotto la sua guida è diventata Pathogens e Global Health.
Durante la pandemia di COVID-19 in Italia, Crisanti ha condotto uno studio sui cittadini di Vo’, comune in provincia di Padova in cui ha avuto luogo uno dei primi due grandi focolai dell’infezione, ed ha scoperto che la maggior parte delle persone infette dal SARS-CoV-2 era in grado di trasmetterlo pur essendone portatrice asintomatica; a seguito di ciò ha fortemente sostenuto la necessità di eseguire tamponi anche su chi non aveva sintomi, in contrasto con le linee guida dell’OMS. Sempre nella primavera del 2020 è stato nominato dalla regione Veneto consulente tecnico. A fine giugno 2020 il pubblico ministero di Bergamo lo nomina consulente speciale sulle indagini delle morti per COVID-19 nelle RSA e nella sanità lombarda. Il 26 marzo 2021 vengono rilasciate le prime conclusioni relative allo studio sulla popolazione di Vo’, che suggeriscono una durata degli anticorpi per il COVID-19 di circa 9-10 mesi.