Daniela Molinari è una donna di 47 anni, malata di cancro, adottata e residente a Milano. Ha cercato disperatamente la madre naturale non perchè volesse sconvolgere la sua vita o disturbarla, ma semplicemente perchè aveva bisogno di lei per “nascere” una seconda volta. Il suo appello sei social era forte e chiaro: cercava disperatamente quella madre naturale affinchè si rendesse disponibile in totale anonimato per un prelievo di sangue, necessario per accedere a una cura sperimentale che è la sua unica speranza per guarire dal cancro.
Daniela ha una figlia di 9, ha fatto appelli dalle pagine della provincia di Como, si è rivolta ai giudici e alla fine la madre è stata trovata, ma ha detto no: contattata dal tribunale dei minori, la donna ha rifiutato di sottoporsi al prelievo. Una «sentenza di morte» come scrive Daniela nella lettera, pubblicata oggi su ‘La provincia di Comò, rivolta alla donna che le ha dato la vita, che oggi ha poco meno di 70 anni ed è diventata di nuovo madre e nonna.
Daniela morirà senza la cura, non può credere che una madre rifiuti a sua figlia un prelievo di sangue per salvarle la vita.
“Mi chiedo – scrive Daniela nella lettera indirizzata alla madre – come tu ti addormenti la sera, come fai a vivere sapendo che hai negato senza possibilità di ripensamento la cosa che ti è stata chiesta: un prelievo di sangue in totale anonimato organizzato secondo le tue regole e la tua volontà, che non andrebbe a cambiare nulla della tua situazione di vita attuale, perché nessuno saprebbe, e che a me invece consentirebbe di far crescere la mia bambina che ha solo 9 anni e ha il diritto di avere al suo fianco la sua mamma”.
Conclude le sue dichiarazioni con una comprensibile amarezza:
“Da quando ero bambina – ha continuato la donna – ti ho sempre difesa dicendo che ti ero comunque grata perché avevi fatto la scelta di donarmi la vita. Ma ora mi hai spiazzata emotivamente, mi stai togliendo consapevolmente e lucidamente la stessa vita che avevi allora deciso di donarmi. Spero ancora che tu possa ripensare alla tua decisione, il Tribunale è pronto comunque in caso ad aiutarti”.
Daniela è nata il 26 marzo del 1973 all’orfanotrofio delle suore di Rebbio, nel comasco, dove ha trascorso 2 anni prima di essere adottata. L’orfanotrofio è chiuso da anni e le carte sono passate all’ospedale sant’Anna di Como: la 47enne, che lavora in psichiatria a Milano, è riuscita ad avere accesso al suo fascicolo, custodito in Comune, scoprendo che la madre non solo aveva preferito non essere nominata, ma aveva anche richiesto il ritiro della documentazione sanitaria.
Ma poi il tribunale dei minori ha trovato la cartella clinica al Sant’Anna e lì il nome della donna c’era, ma non è bastato.