Attualità

Dichiarato lo stato di pre-allarme in Italia per il gas. Che cosa significa? Panico e paura

Arriva direttamente dall’Ansa la notizia che desta paura e panico: è stato dichiarato lo stato di pre-allarme in Italia per le risorse del gas. 

Come riportato dall’ Agenzia Nazionale Stampa Associata, a prendere la decisione, dopo aver sentito il Comitato di emergenza e monitoraggio nazionale, è stato il ministero della Transizione ecologica che – come viene riportato sul sito della Snam – è l’autorità competente per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale. I principali motivi – viene spiegato – riguardano il passaggio in Ucraina delle forniture che arrivano nel nostro Paese e l’elevata pericolosità della “minaccia”.

Quali le conseguenze? Ma cosa significa?

Il Ministero ha “ritenuto opportuno predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali, come discusso anche in sede europea durante l’ultima riunione del Gas Coordination Group del 23 febbraio scorso”, e “ritenuto opportuno sensibilizzare, gli utenti del sistema gas nazionale della situazione di incertezza legata” al conflitto nell’Est Europa, benché – si sottolinea – “la situazione delle forniture sia al momento adeguata a coprire la domanda interna”.

Proprio per questo viene dichiarato il pre-allarme, il primo di tre gradini di gravità, che prevede al momento solo un’attività di monitoraggio e vigilanza sugli eventi. Nessuna conseguenza, dunque, per gli utenti finali. Ma la decisione la dice lunga sulle preoccupazioni del Governo rispetto alle forniture di gas – si ricordi che proprio alla Russia e attraverso l’Ucraina si deve circa il 40% dei nostri consumi – con l’obiettivo di prevenire il più possibile eventuali emergenze.

Ci auguriamo– aveva spiegato il premier Draghi qualche giorno fa – che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati“.

Le misure di emergenza prevedono maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale e nuove regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico.

Il primo obiettivo è aumentare le forniture alternative rispetto a Mosca. Per questo l’esecutivo si concentrerà sul gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti. L’esecutivo vuole lavorare per aumentare i flussi dai gasdotti non a pieno carico, come il Tap dall’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia e il GreenStream dalla Libia, oltre alla riapertura delle centrali a carbone sparse sul territorio nazionale “per colmare eventuali mancanze nell’immediato”.

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