La Dott.ssa Balanzoni forse la ricorderete un pò tutti: è stata lei, poco prima del lockdown ad avvisare gli italiani sulla pericolosità del virus, urlando a gran voce che “si potevano lasciare le penne”. Amata da molti e talvolta criticata da chi ha sempre pensato che il virus non è pericoloso.
La dottoressa Barbara Balanzoni torna a parlare in diretta Facebook, per fare il punto della situazione e per mettere in guardia circa i tanti pericoli. Pone la sua attenzione sul certificato che va firmato qualora dovessimo effettuare il tampone, una sorta di autorizzazione. Ma perchè la dott.ssa suggerisce di non firmarlo? Scopriamolo.
Barbara Balanzoni è un medico chirurgo specialista in anestesia e rianimazione, dottoressa magistrale in giurisprudenza e consulente tecnico per casi di malasanità.
Ieri sera la dottoressa Balanzoni ha pubblicato due video in cui ha criticato fortemente la richiesta di far firmare ai genitori l’autorizzazione preventiva al tampone.
«Il consenso è un atto medico e non può essere distribuito come un volantino. Ma siete impazziti?», ha scritto a descrizione del video.
«Questo video va condiviso su tutti i gruppi delle scuole, questa cosa non posso farla passare. Hanno superato il limite», ha affermato il medico.
«Quello che non posso sopportare è che si parli di un consenso preventivo che dovrebbe, secondo chi l’ha scritto, autorizzare un’autorità sanitaria a decidere della salute e della vita del proprio bambino in un tempo neanche definito. Ma stiamo scherzando? La state tirando troppo».
Barbara Balanzoni ha parlato sia da medico che da giurista. Ha spiegato per prima cosa che, essendo un atto medico, deve essere presentato da un dottore.
Inoltre la dicitura “informato” presuppone che quel medico informi il genitore dei rischi, delle complicanze e delle alternative possibili prima dell’acquisizione della firma.
Altra critica sollevata dalla dottoressa riguarda il periodo temporale che deve essere ben definito nell’autorizzazione e non lasciato nel dubbio e nell’incertezza.
Questo perché entra in campo il principio dell’autodeterminazione: quello che è valido oggi potrebbe non esserlo più tra una settimana. Il consenso deve essere sempre revocabile.
«Un consenso così è invalido e viola le disposizioni in materia di consenso informato. In questo momento, anche se non so per quanto visto come stanno andando le cose, il tampone su un bambino non può essere un Trattamento Sanitario Obbligatorio quindi serve il consenso».
Inoltre, perchè nel modulo di consenso è soltanto specificato che a fare il tampone è solo un operatore sanitario, senza specificare a che figura si riferisca?
«Il tampone è una procedura che per la sede anatomica è molto molto delicata e può diventare pericolosa. Se eseguita male può portare a encefalite e meningite. Chi ha detto che un infermiere può eseguire i tamponi? Io, personalmente, un tampone me lo faccio fare solo da un otorino».
Si è poi soffermata sulla positività al tampone. «Chi ha detto che questa presunta positività o negatività dei tamponi corrisponda a un dato clinico che ha un significato?»
Per la dottoressa Balanzoni questo meccanicismo per cui il nemico è la positività al tampone è sbagliato.
Ha lamentato anche il fatto che nonostante i tanti contagiati nessuno abbia mai parlato di tutti coloro che hanno sviluppato naturalmente gli anticorpi.
«Noi stiamo parlando di un vaccino che ci deve far produrre anticorpi ma nessuno parla di quanta gente che ha avuto la Covid sviluppa gli anticorpi. Ma è normale?».