Nella Conferenza Stampa, il Premier Mario Draghi ha confermato che l’assegno unico, pari a 250 euro, sarà presto erogato alle famiglie italiane che hanno figli.
La misura, pensata dalla Ministra Bonetti, partirà in estate: il beneficio spetterà sia ai lavoratori dipendenti che agli autonomi (nonché ovviamente agli incapienti), l’importo varierà in base al reddito. Come funziona? Chi potrà percepirlo?
“L’assegno unico partirà l’1 luglio e sarà di 250 euro al mese con maggiorazione per i disabili“. Lo ha detto il premier Mario Draghi, in conferenza stampa presso la sala polifunzionale della presidenza del Consiglio, rispondendo alle domande dei giornalisti. La misura dunque è confermata.
L’assegno universale è, di fatto, un riordino e una semplificazione di tutte le misure di sostegno economico per i genitori con figli a carico. Verrà corrisposto mensilmente a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al 18esimo anno di età per ogni figlio. Per i figli disabili il limite dei 18 anni viene superato.
Si tratta di una somma in denaro o di un credito d’imposta da utilizzare in compensazione per le famiglie. Per i figli successivi al secondo, l’importo dell’assegno viene maggiorato del 20%, così come avviene anche per i figli disabili. La cifra dell’assegno universale è parametrata all’Isee ma anche all’età dei figli a carico. Non concorre, comunque, a formare il reddito familiare né vale per il calcolo del reddito necessario per il riconoscimento delle prestazioni sociali a sostegno del reddito.
La cifra espressa di 250 euro, indicati da Draghi è l’importo massimo destinato a scendere via via che aumenta il reddito. Quindi più è alto il reddito, meno sarà l’assegno unico per i figli. Si parte da 50 euro, fino a 250.
Nella cifra confluiranno una parte fissa e una variabile, legata al reddito complessivo della famiglia. Il beneficio verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. L’assegno unico sarà dunque uno strumento universale (destinato cioè a tutti i genitori. Potranno fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. Dai 18 anni di età, inoltre, una somma ridotta rispetto all’assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se:
-è iscritto all’università;
-è un tirocinante;
-è iscritto a un corso professionale;
-svolge il servizio civile;
-svolge un lavoro a basso reddito.
L’importo dovrebbe dunque arrivare fino a 250 euro per ciascun figlio under 21 a carico e sarà riconosciuto a cadenza mensile. Possono farne richiesta i genitori che hanno questi requisiti (bisogna però attendere i decreti attuativi per averne certezza):
-cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione europea titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o esser suo familiare. Cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione europea, titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
-imposte sul reddito pagate in Italia;
-vivere con i figli a carico in Italia;
-residenza in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, o aver sottoscritto un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di due anni.
Sulla cifra esatta non è possibile al momento avere certezze assolute. Le indiscrezioni sugli importi sono frutto di calcoli basati sull’ammontare del fondo di 15 miliardi stanziato ad hoc nel 2019, cui si aggiungono altri 3 miliardi destinati dalla legge di bilancio del 2021 che diventeranno 6 a partire dal 2022 quando l’assegno unico sarà a regime.
Siamo in attesa di conferma per capire le fasce di reddito e i relativi importi.