Draghi ha parlato chiaramente agli italiani nella giornata del 6 Aprile, mettendo in evidenza le conseguenze che potrebbero derivare da un possibile stop alle importazioni di gas dalla Russia, come misura per fermare l’invasione in Ucraina e costringere Putin a mettere fine alla guerra.
Durante la conferenza stampa successiva all’approvazione del Def, il presidente del Consiglio ha risposto a una domanda sul blocco delle forniture di energia da Mosca, chiarendo che al momento non c’è la certezza di rinunciare alle forniture di gas russo e che una qualsiasi decisione verrà presa in accordo con gli altri Paesi dell’Unione europea.
Draghi insomma non ha spiegato quale sia la collocazione ufficiale dell’Italia, come invece hanno già fatto Germania e Austria, che si sono dichiarate apertamente contrarie all’embargo (divieto di esportazione di materiale strategico in paesi belligeranti), ma si è limitato a dire che il governo seguirà la linea di Bruxelles.
Ecco le parole del Presidente Draghi, rivolte a tutti gli italiani: “Noi andiamo con quello che decide l’Ue. Se ci propongono l’embargo sul gas, se l’Unione europea è uniforme, noi saremo contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremo più efficace per permettere una pace. Questo è quello che vogliamo. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Cosa preferiamo? La pace oppure star tranquilli con il termosifone acceso o con l’aria condizionata accesa per tutta l’estate? Io la metterei in questi termini, questa è la domanda che ci dobbiamo porre”.
Il premier in ogni caso ha assicurato che qualora venisse interrotto il flusso di gas dalla Russia, il nostro Paese avrebbe scorte fino ad ottobre inoltrato, aggiungendo però che un piano per il razionamento energetico per il momento non c’è.
Immediata la risposta di Giuseppe Conte rivolta a Mario Draghi: “Pace o condizionatori? Non la porrei in modo così manicheo, perché poi il rischio è che la popolazione creda che se rinuncia ai condizionatori poi ottieni sul piatto la pace. Non credo che sia proprio così. Credo che bisogna spingere in Europa per un Energy Recovery Fund, quella è l’unica strada vera insieme allo scostamento di bilancio per poter disporre l’embargo”.
“Io sono favorevole all’embargo anche domani mattina, ma per ottenerlo bisogna convincere i paesi Ue, quelli più riottosi per un piano europeo. Altrimenti stiamo facendo un proclama“.
“Forse Draghi non si è accorto che i suoi migliori amici, gli USA, preferiscono condizionatori accesi. Nel frattempo lui, i migliori di governo e altri leader UE ci accompagnano per mano verso il baratro della guerra. Fuori da questo governo interventista!“, ha twittato il senatore M5S e presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama, Vito Petrocelli.
“Dal Presidente del Consiglio del ‘governo dei migliori’ non ci aspetteremmo queste semplificazioni. La questione in gioco, qui, non è chiedere agli italiani di spegnere per qualche ora il condizionatore, ma quali siano i provvedimenti che il governo e l’Ue intendano mettere in campo per impedire che un eventuale embargo del gas possa portare a un lockdown energetico“, ha scritto su Facebook la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Insomma, quello che accadrà non è ancora chiaro: se l’Italia deciderà di interrompere il rapporto commerciale con la Russia, non verrà più erogato gas russo verso il nostro paese e, da quanto affermato dallo stesso Draghi, avremo scorte di gas solo fino ad ottobre, risparmiandone quest0estate attraverso il razionamento.
Gli italiani, probabilmente, dovranno prepararsi nella calda estate 2022, ad alcuni blackout energetici, interruzioni di corrente durante il giorno, per risparmiare il gas (per produrre energia elettrica si utilizza il gas) e augurarsi che il nostro sacrificio possa almeno convincere i potenti a mettere giù le armi. Staremo a vedere.
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