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Da alcune ore stanno facendo il giro del web le immagini della folla che ieri ha occupato la zona dei Navigli a Milano, senza distanziamento e senza mascherine.
Nonostante in Lombardia l’emergenza sanitaria non è mai passata e si contano un gran numero di positivi e di decessi, la gente sembra ignorare tutto ciò, perciò ha preso d’assalto le strade, senza rispettare misure di sicurezza. Dopo l’allarme lanciato da Massimo Galli, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco, che ha definito Milano “una bomba”, preoccupazione è espressa anche dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana: “Prima di poter parlare di riapertura – ha detto – bisogna vedere i dati”. E avverte che “su questa fase 2 si è posta troppa enfasi. Adesso dobbiamo capire gli effetti di questa prima riapertura e poi decidere i passi successivi”.
In due mesi di emergenza, Giuseppe Sala non è mai stato così furioso. Le immagini che ritraggono i Navigli di Milano affollati di cittadini, le definisce vergognose e il sindaco lancia un “ultimatum” alla città: “O le cose cambiano oggi, non domani, o prenderò provvedimenti e chiuderò i Navigli“.
Nonostante i lombardi hanno sofferto molto in questi mesi, non è servito a molto per fermare questa euforia dell’allentamento del Lockdown e la gente sembra incosciente e forse eccessivamente stanca di una così lunga chiusura, pertanto, si lascia andare ad una passeggiata senza pensare a null’altro. Il problema è che questo comportamento irresponsabile potrebbe far precipitare nuovamente la situazione e prolungare il crollo economico e posticipare la ripresa economica.”Quando c’è da ringraziare i milanesi per il loro comportamento virtuoso io sono sempre il primo a farlo e mi piace anche. Però ci sono dei momenti in cui c’è da incazzarsi e questo è uno di quelli: le immagini di ieri lungo i Navigli sono vergognose“, dichiara il sindaco.
Anche il dott. Massimo Galli, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha lanciato un allarme che riguarda proprio la sua città rispondendo alle domande de La Repubblica. “Quella di Milano – ha detto l’epidemiologo – è un po’ una bomba, perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. È evidente che sono necessari maggiori controlli. Mi chiedo perché da noi ci sia stato un atteggiamento quasi forcaiolo nei confronti dell’uso dei test rapido, il “pungidito”, che poteva comunque essere utile“.
Anche perché, secondo Galli, “alcuni hanno interpretato l’ingresso nella fase 2 come un liberi tutti. È un segnale di grande pericolosità, perché dovrebbe invece prevalere la cultura della responsabilità per limitare al massimo i danni. La nostra regione rischia di richiudere ma anche certe zone del Piemonte o dell’Emilia. Del resto si è deciso che se qualcosa va storto si torna indietro. Speriamo di no, comunque. Questo è il momento dell’estrema attenzione e responsabilità”.