Attualità

Fornero favorevole al taglio sulle pensioni: molto più leggere per chi lascerà il lavoro entro il 2022. Colpa del Pil

Cattive notizie per chi andrà in pensione nei prossimi anni: previsto un taglio sulle pensioni che diventeranno sempre più leggere a causa del Pil.

A parlare è Elisa Fornero che annuncia nuovi tagli. Le pensioni di lavoratori che lasceranno il lavoro nei prossimi anni (a partire dal 2022) saranno più basse di quanto era previsto.

A riportare la notizia è il Giornale, che annuncia una riduzione senza precedenti a causa della crisi economica.

Per comprendere cosa accadrà, bisogna capire il meccanismo che vige dietro il pagamento delle pensioni: i contributi versati vengono rivalutati in base all’andamento dell’economia. Per cui se il Pil è negativo, i contributi invece di rivalutarsi si svalutano e la futura pensione si ridurrà. Rimangono fuori da questo conteggio quelle che sono state già erogate.

Il piano per le nuove pensioni

Ad essere penalizzati saranno coloro che dovranno andare in pensione tra 1 o 2 anni.

Ai sindacati non è piaciuta la proposta e già annunciano una guerra.

Chiesto parere al  governo, tramite Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, deve correggere subito gli effetti negativi che la caduta del Pil ha sulle pensioni future. Se da una parte la rivalutazione del montante contributivo dei futuri pensionati non può essere inferiore all’1%, a seguito delle modifiche del 2015, ha aggiunto Proietti, «è altresì vero che eventuali differenze saranno recuperate negli anni successivi con effetti negativi sul futuro previdenziale dei lavoratori».

Fornero favorevole ai tagli

L’ex ministra del Lavoro favorevole ai tagli, ha dichiarato all’Ansa: «La rivalutazione negativa dei contributi in caso di calo del Pil non è punitivo, è un criterio di sostenibilità». La Fornero fa sapere che, tecnicamente, se la crescita del Pil è negativa si impoveriscono quelli che lavorano e si impoverisce chi va in pensione. «Nel 2015 un decreto ha previsto che in ogni caso il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo come determinato adottando il tasso annuo di capitalizzazione non può essere inferiore a uno (quindi non negativo), ma salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive».