E’ in circolazione da ieri il video, divenuto virale sui social, di laureato in farmacia che si trova in Giappone, luogo in cui stanno utilizzando un farmaco capace di guarire dal Coronavirus.
Tutti perciò vorrebbero sapere per quale motivo questo medicinale, l‘Avigan, farmaco anti-influenzale già usato in Cina e Giappone, non sarebbe giunto anche nel nostro paese per bloccare la scia di morti. Cerchiamo di capire le verità su questo farmaco e la posizione dell’Italia.
Il protagonista del video su Facebook è un 41enne Cristiano Aresu, che afferma che in Giappone l’antinfluenzale sarebbe efficace, motivo per cui in Giappone ci sarebbero pochi casi.
Nel vortice di notizie sul Covid-19 che ogni giorno ci travolgono, alcuni quotidiani internazionali si sono occupati del caso dell’Avigan, ad esempio il britannico The Guardian, citando fonti cinesi secondo le quali il farmaco avrebbe dei “chiari effetti nel trattamento sul coronavirus“.
Questo farmaco sarebbe talmente efficace da aver riequilibrato la situazione rapidamente in Giappone, tale da poter permettere ai giapponesi di tornare tranquillamente in strada, anche senza mascherine, nonostante la pandemia in atto.
Scopriamo più nel dettaglio notizie su questo farmaco.
Noto anche come Favipiravir, l’Avigan era già stato utilizzato nel 2015 presso l’ospedale Spallanzani di Roma come un possibile trattamento , quindi via sperimentale, contro il virus dell’Ebola.
Negli scorsi giorni delle sue proprietà si è occupato il Guardian che in un articolo ha riportato il parere Zhang Xinmin, un dirigente del ministero cinese di Scienza e Tecnologia.
Il farmaco si è dimostrato essere efficace contro il Coronavirus dopo alcuni test clinici condotti nelle zone di Wuhan e Shenzhen.
L’Avigan è riuscito a “negativizzare“ i pazienti in quattro giorni. Una evidenza, come cita ancora il Guardian, visibile anche nei raggi ai polmoni, la cui condizione è migliorata dopo l’uso dell’Avigan.
Perchè non somministrare il farmaco anche ai noi italiani? Scopriamo la risposta dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco.
Sul caso è arrivata però la precisazione dell‘Agenzia italiana del Farmaco: Favipiravir (nome commerciale Avigan) è un antivirale autorizzato in Giappone dal Marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci.
Il farmaco, tuttavia, non è autorizzato né in Europa, né negli USA. A sottolinearlo è l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), che in un documento pubblicato il 22 marzo sottolinea i dubbi della comunità scientifica rispetto ad una possibile sperimentazione dell’Avigan nel trattamento al coronavirus: “Ad oggi – recita il comunicato – non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da COVID-19″. E il documento prosegue così:
“Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con COVID 19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aersol.
Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia.”
Ma non è detta l’ultima parola. Nonostante le incertezze l’Aifa fissa per domani, lunedì 23 marzo, una seduta in cui “la Commissione si esprimerà in modo più approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir”.
Tuttavia nelle ultime ore, come riporta Il Messaggero, il governatore Luca Zaia ha immediatamente cavalcato la notizia del video virale che sta circolando in rete e su tutti i social: “Sta girando un video di un farmaco giapponese, l’Avigan. L’Aifa ha dato l’ok alla sperimentazione, e verrà sperimentato anche in Veneto, spero che da domani si possa partire“. Parole che contraddicono le indicazioni stesse fornite dall’Aifa nel documento ufficiale.
Grande scetticismo da parte di Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano: “Il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofen, i proclami sugli ACE inibitori che i somari scrivono ECA hanno una cosa in comune: sono tutte scemenze” ha scritto sulla sua pagina Facebook.
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