Tra i social si è scatenata una vera e propria bufera e sono piovute critiche pesanti sul giornalista Rai che guadagnerà 50 mila euro al mese.
Secondo diverse indiscrezioni, l’ex direttore de L’Espresso avrebbe pattuito un accordo da 50mila euro al mese per condurre uno spazio di approfondimento su Rai3. L’azienda smentisce la cifra, ma divampa la polemica.
Il giornalista in questione è Marco Damilano: a partire dalla prossima stagione televisiva, l’ex direttore dell’Espresso si affaccerà infatti sugli schermi di Rai3 per raccontare agli italiani l’attualità. Dieci minuti al giorno e uno stipendio annuale di 600.000 euro.
Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, con Damilano sarebbe stato trovato un accordo da 50mila euro mensili, in pratica 2mila euro a puntata. Con un calcolo approssimativo, circa 200 euro al minuto, vista la durata flash della trasmissione.
Un buon stipendio per il giornalista romano, già ospite fisso su La7-
Naturalmente sono arrivate critiche dal mondo social, considerando il periodo di crisi, e tenendo conto che molti italiani sono in ginocchio per la crisi economica. Una cifra sproporzionata quindi, in questo momento.
E’ intervenuta subito la Rai, che avrebbe smentito ciò: il contratto sottoscritto da Marco Damilano con l’azienda, prevede (da quanto affermato) un compenso annuale inferiore al tetto dei 240 mila euro lordi consentiti per l’emittente pubblica. Le cifre superiori riportate da alcuni articoli di stampa vengono così definite “completamente infondate”.
“Il paventato aumento del canone Rai servirà per sostenere l’ingaggio spropositato di Marco Damilano?”, ha domandato polemicamente la Lega.
Anche Matteo Salvini, inoltre, hanno definito “assolutamente inconcepibile” la scelta della Rai. “In questo periodo di difficoltà per i cittadini, l’aumento del canone Rai sarebbe certamente un ulteriore aggravio e motivarlo con la volontà testarda di assumere Damilano sarebbe un vero e proprio schiaffo”, prosegue la Lega, annunciando interpellanze in Parlamento sul tema.
Già nelle scorse settimane Fratelli d’Italia aveva promesso un’interrogazione in Vigilanza, contestando all’azienda la decisione di arruolare Damilano. “Come è possibile che con una platea di 2mila giornalisti che lavorano in Rai sia stato necessario attingere ad esterni?“, aveva lamentato il partito di Giorgia Meloni.
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