Il bilancio delle vittime del misterioso nuovo focolaio di virus in Cina continua a salire, con oltre 40.000 infezioni segnalate finora.
La città di Wuhan, dove è apparso per la prima volta l’epidemia, è ora in quarantena ma la malattia si è già diffusa in paesi vicini come la Corea del Sud, il Giappone e la Thailandia , così come lo Stato di Washington negli Stati Uniti.
Gli scienziati stanno cercando di scoprire di più sulla malattia in modo che possa essere prevenuta – finora, sappiamo che è un nuovo tipo di coronavirus, temporaneamente chiamato 2019-nCoV.
Una notizia certa è che i ricercatori pensano di sapere da dove proviene.
I ricercatori dell’Università di Wuhan hanno cercato una fonte animale del nuovo virus. Hanno eseguito un’analisi genetica del virus e hanno cercato somiglianze con informazioni genetiche da altri tipi di virus e potenziali specie ospiti.
Hanno concluso che il virus probabilmente si è formato da un coronavirus sconosciuto che si combina con un altro coronavirus che si trova solitamente nei pipistrelli. Il virus risultante può attaccarsi ai recettori sulle cellule degli animali ospiti, rendendolo una malattia infettiva.
Ma mentre i pipistrelli sono in parte responsabili, la colpa sarebbe da attribuire ai serpenti. I primi casi segnalati di 2019-nCoV sono stati collegati ai lavoratori di un mercato di Wuhan che vende vari animali diversi per l’alimentazione, compresi animali selvatici come i serpenti. Il team pensa che i serpenti abbiano agito da serbatoio per il virus e lo abbiano trasmesso agli umani. Ora, viene trasmesso da un essere umano all’altro tramite particelle di saliva. I risultati sono riportati nel Journal of Medical Virology .
I ricercatori osservano che mancano trattamenti e vaccini efficaci contro i coronavirus: alcuni vaccini sono stati sviluppati ma finora testati solo su animali.
“Poiché non esistono terapie o vaccini efficaci, il modo migliore per affrontare le gravi infezioni da CoV è controllare la fonte di infezione, diagnosi precoce, segnalazione, isolamento, trattamenti di supporto e pubblicazione tempestiva di informazioni epidemiche per evitare inutili panici“, i ricercatori scrivono. “Per le persone, una buona igiene personale, una maschera aderente, ventilazione ed evitando luoghi affollati aiuteranno a prevenire l’infezione da CoV.”