Il nuovo programma di Mario Draghi sembra essere molto articolato: per risollevare l’Italia messa in ginocchio, è necessario applicare più riforme e cestinare decreti per lasciar posto a nuovi provvedimenti.
Volendo riassumere i nuovi piani di Mario Draghi, li possiamo elencare in 10 punti.
1-RDC e altri bonus
Anche se il nuovo presidente è poco d’accordo nell’erogare bonus e sussidi vari, riguardo il Reddito di Cittadinanza, sarà impossibile, quasi sicuramente, eliminarlo. Il reddito di Cittadinanza infatti, subirà un cambiamento ma non sarà annullato: si pensa ad un possibile mutazione del sussidio ovvero, collegare esso alla politica attiva del lavoro, assegnando concretamente un impiego a tutti coloro che lo percepiscono.
Per quanto riguarda il lavoro, il programma di Draghi dovrebbe prevedere uno stop per i sussidi a pioggia, con gli incentivi che dovranno essere finalizzati “a creare nuovi lavori e non a salvare i vecchi”.
2-Recovery Plan
Con la nascita del nuovo governo, il Recovery Plan dovrebbe essere sostanzialmente cambiato dato che nel programma di Draghi un punto fermo pare essere quello dell’aumento della spesa pubblica a sostegno della sanità.
“Dovremmo spendere molto di più per la salute – ha dichiarato Draghi lo scorso settembre – perché la pandemia ha evidenziato l’importanza di avere buone strutture di assistenza e un sistema robusto”.
3-5 G e ammodernamento Pubblica Amministrazione
Altra voce molto importante sarà quella dell’innovazione con il completamento della rete a banda larga, lo sviluppo del 5G e l’ammodernamento dei servizi della Pubblica Amministrazione.
Lavoro
Per quanto riguarda il lavoro, il programma di Draghi dovrebbe prevedere uno stop per i sussidi a pioggia, con gli incentivi che dovranno essere finalizzati “a creare nuovi lavori e non a salvare i vecchi”.
4-Lavoro
Capitolo dolente è il blocco dei licenziamenti, che scadrà il prossimo Marzo e che secondo Draghi, non può essere ancora prolungato.
Nel mondo delle imprese è atteso un giro di vite per le cosiddette aziende “zombie”, ovvero destinate a fallire e tenute in vita soltanto attraverso aiuti esterni, mentre il sostegno pubblico alle aziende dovrebbe essere mantenuto.
Durante le consultazioni, è sorta la proposta di “ smettere di erogare contributi a fondo perduto ma finanziare imprese per far riprendere le loro attività una volta superata crisi”.
5-Riforme
Le tre riforme che Draghi vuole mettere in atto, riguardano la pubblica amministrazione, nell’ottica della lotta alla burocrazia atavico problema italico, del fisco con la revisione delle aliquote Irpef e della giustizia civile, cercando di snellire i processi arretrati.
6-Scuola
Primo intervento sulla scuola riguarda il calendario scolastico che dovrà essere rivisto: chiusura posticipata al 30 Giugno e assunzioni di un gran numero di insegnanti, in tempi rapidi, così da giungere preparati a Settembre.
7-Pandemia
In numero di vaccini effettuati fin ora raggiungono un numero esiguo pertanto il piano Draghi , mira a raggiungere 300.000 iniezioni al giorno con l’obiettivo che rimane quello di raggiungere al più presto l’immunità di gregge per tornare a una sostanziale normalità.
8-Ambiente
Considerando che nel Recovery Plan il 37% della spesa dovrà essere per la transizione ecologica, una torta pari a circa 77 miliardi, si capisce perché l’ambiente sarà il “tema centrale e catalizzatore tutte altre aree di sviluppo economico”.
L’idea sarebbe quella di coniugare la sostenibilità ambientale a un piano di investimenti importante, con lo sblocco di cantieri fermi e anche la realizzazione di grandi opere e infrastrutture.
9-Investimenti pubblici
Grazie ai 220 miliardi previsti dal Recovery Fund, l’Italia potrà affrontare una ricca campagna di investimenti pubblici.
Sempre mantenendo al centro la sostenibilità ambientale, nel Recovery Plan potrebbe così aumentare la fetta destinata agli investimenti che saranno organizzati in una sorta di cronoprogramma per tenere sotto osservazione i tempi di realizzazione.
10-Fisco
Purtroppo, essendo il nuovo Governo fortemente europeista, si dovranno rivedere le questioni e le riforme fiscali, così come suggerito dalla politica europea.
La parola d’ordine sarà quindi semplificazione scongiurando un aumento delle tasse, con la revisione delle aliquote Irpef sempre mantenendo la progressività. La volontà così sarebbe quello di ridurre le imposte per i redditi sotto i 40.000 euro, con il minor gettito che potrebbe essere
compensato da un aumento delle imposte sulle rendite mentre è stata bocciata l’ipotesi di una Flat Tax.
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