Il Reddito di Cittadinanza è in scadenza: chi lo rinnova dovrà accettare di lavorare in ogni parte d’Italia
In Italia, le famiglie che ogni mese ricevono il reddito di cittadinanza sono 933mila per un totale di 2 milioni e 419mila persone, mentre 126mila con 143mila soggetti coinvolti sono coloro che beneficiano della pensione di cittadinanza. (Dato aggiornato a Febbraio 2020)
Coloro che hanno effettuato la domanda nel momento in cui è stato approvato il Reddito di Cittadinanza, a Settembre si ritroveranno a dover rifare richiesta, visto che il beneficio è previsto per 18 mesi.
Il rinnovo è possibile (ma non automatico) e in tal caso bisognerà accettare di lavorare in ogni parte d’Italia.
Reddito di cittadinanza in scadenza: chi lo rinnova dovrà accettare di lavorare in ogni parte d’Italia
Ancora pochi mesi e poi i primi beneficiari della misura – ovvero coloro che ne hanno fatto domanda non appena possibile, ossia a marzo 2019 – smetteranno di percepire il sostegno economico.
Coloro che possono confermare che il Reddito ISEE non è cambiato e che il nucleo famigliare è rimasto il medesimo, possono rifare richiesta per altri 18 mesi.
Nonostante l’emergenza da COVID-19, infatti, non ci sono state modifiche a quanto stabilito dalla normativa vigente in merito al rinnovo del reddito di cittadinanza. Vale quanto stabilito dal decreto 4/2019 a riguardo, con il nucleo familiare che dovrà necessariamente presentare una nuova domanda.
Reddito di cittadinanza scaduto: cosa serve per rinnovarlo
Dopo l’estate, quindi, migliaia di nuclei familiari smetteranno di percepire il reddito di cittadinanza. La normativa, però, autorizza una nuova richiesta, qualora ovviamente il nucleo familiare ne soddisfi ancora i requisiti. Non vi è nessun rinnovo automatico, visto che sarà necessario produrre una nuova domanda.
Gli unici due documenti necessari per la nuova richiesta del reddito di cittadinanza, quindi, saranno:
-modulo SR180 per la domanda RdC/PdC;
-ISEE aggiornato al 2020 (lo stesso che avete richiesto a gennaio 2020 per far sì che il reddito di cittadinanza continuasse ad essere erogato). Per chi volesse che l’importo del nuovo sostegno venga calcolato tenendo conto di una situazione più aggiornata (ovvero sulla base dei redditi del 2019 e non del 2018 come previsto invece dall’ISEE ordinario) allora sarebbe più opportuno presentare l’ISEE corrente.
C’è poi una terza condizione da soddisfare; la richiesta potrà essere presentata dopo un mese dalla decadenza del reddito di cittadinanza. Questo significa che chi ne perde il diritto a settembre dovrà aspettare fino ad ottobre 2020 per produrre la nuova istanza, con il reddito di cittadinanza che tornerà ad essere erogato – in caso di accoglimento della nuova domanda – per altre 18 mensilità.
Reddito di cittadinanza: cosa cambia dopo il rinnovo
Anche nel secondo periodo di fruizione del reddito di cittadinanza il nucleo familiare sarà chiamato a rispettare tutti gli obblighi previsti dalla normativa, come pure a partecipare – o continuare nel caso in cui questo sia stato già iniziato – ad un percorso per il reinserimento nel mercato del lavoro o di inclusione sociale.
La grande novità che gli italiani dovranno aspettarsi, è quella di dover accettare richieste di lavoro in qualsiasi parte dell’Italia, anche se si tratta di una prima offerta di lavoro. A differenza dei primi 18 mesi infatti, in cui vi era il diritto di percepire il Reddito di Cittadinanza e di non doversi spostare di oltre 100 km dalla propri residenza, per il secondo rinnovo, il cittadino ha il dovere di dover accettare un impiego fino a 250 km.
E non solo: perché in tal caso la sanzione della decadenza del reddito di cittadinanza si applica già al primo rifiuto dell’offerta di lavoro congrua.
Ad esempio, anche chi è residente a Roma dovrà accettare di andare a lavorare a Milano, pena la decadenza del beneficio (mentre fino ad oggi la prima offerta di lavoro è vincolata ad un raggio di 100 chilometri).
Quindi, per continuare a beneficiare del reddito di cittadinanza per altri 18 mesi bisognerà in ogni caso rendersi disponibile ad accettare un’offerta di lavoro, ovunque essa si trovi; in caso contrario scatta la decadenza del RdC e per la nuova domanda bisognerà attendere 18 mesi (o 6 mesi per i nuclei familiari dove ci sono componenti minorenni o con disabilità grave).