La nostra redazione ha appreso che i dipendenti, con un reddito inferiore a 2.692 euro, riceveranno un aumento salariale a seguito del taglio del cuneo fiscale, annunciato nel Documento di economia e finanza.
Questo taglio verrà formalizzato con un decreto che sarà approvato dal Consiglio dei ministri la prossima settimana.
L’entità del nuovo sgravio contributivo che si aggiungerà a quello già previsto dalla legge di Bilancio 2023, sarà decisa in seguito e potrebbe essere del 3% per i dipendenti con un reddito inferiore a 1.923 euro (25.000 euro all’anno) e del 2% per quelli che superano questa soglia, ma hanno un reddito inferiore a 2.692 euro (35.000 euro all’anno). È importante notare che questi importi vanno considerati al lordo delle tasse.
Come precedentemente anticipato, il budget di 3 miliardi di euro a disposizione, rende difficile il raddoppio dello sgravio contributivo, quindi si prevede un aumento solo dell’1% per entrambe le categorie: dal 3% al 4% per i dipendenti con un reddito inferiore a 1.923 euro e dal 2% al 3% per quelli con un reddito compreso tra 1.923 euro e 2.692 euro.
La domanda è: quale sarà il guadagno per chi ha una busta paga fino a 2.692 euro? Di quanto effettivamente aumenterà lo stipendio? Ecco alcune simulazioni.
Se hai una busta paga d’importo pari o superiore a 1.923 euro devi sapere che già stai godendo di un aumento.
Come ti renderai conto leggendo il cedolino, infatti, sulla quota contributiva solitamente applicata – pari al 9,19% per i dipendenti del settore privato, dell’8,80% nel pubblico impiego – viene applicato uno sgravio del 3% riconosciuto ai sensi di quanto previsto dalla legge di Bilancio 2023.
Ciò significa, ad esempio, che su uno stipendio di 1.500 euro anziché versare 137,85 euro di contributi se ne pagano appena 92,85 euro, con un risparmio di 45 euro al mese.
Va detto che tale risparmio non si riversa interamente sull’importo netto in busta paga, in quanto è “tassato”. Nel dettaglio, ricordiamo che l’Irpef viene calcolata sull’importo lordo della busta paga al netto dei contributi previdenziali: quindi un taglio di quest’ultimi comporta un aumento della base imponibile e di conseguenza è maggiore l’Irpef da versare. Nel caso di cui sopra, ad esempio, l’Irpef viene calcolata su una base imponibile di 1.407,15 euro anziché i 1.362,15 euro risultanti in caso di aliquota contributiva piena.
Adesso, secondo indiscrezioni, da maggio a dicembre, tredicesima compresa, il suddetto sgravio dovrebbe essere portato al 4%. Ci sarà quindi un ulteriore risparmio dell’1%, il che vuol dire:
-uno stipendio di 500 euro lordi godrà di un risparmio di appena 5 euro al mese, 45 euro se si considerano le prossime nove mensilità;
-per uno stipendio da 800 euro lordi, invece, il risparmio sarà di 8 euro al mese, 72 euro totali;
-su uno stipendio di 1.000 euro lordi, il risparmio sale di 10 euro al mese, 90 euro complessivi;
-su uno stipendio di 1.500 euro sono previsti altri 15 euro di risparmio, a fronte di un “bonus” complessivo di 135 euro;
-infine, il risparmio massimo che si può ottenere, a fronte quindi di uno stipendio di 1.923 euro, sarà pari a 19,23 euro mensili, poco più di 173 euro complessivi.
Ovviamente i suddetti risparmi, i quali verranno in parte mitigati dall’aumento dell’Irpef (ma si tratta di pochi euro in meno) si vanno ad aggiungere al taglio del 3% già applicato.
Ciò significa, ad esempio, che uno stipendio di 1.000 euro avrà beneficiato a fine 2023 di un risparmio totale di 480 euro, mentre uno da 1.500 euro di 720 euro. Analizzando lo sgravio sull’intero periodo d’imposta 2023, quindi, non si può negare che il risparmio riconosciuto dal governo Meloni sia notevole.
Invece, l’agevolazione fiscale per coloro che guadagnano tra 1.923 euro e 2.692 euro aumenterebbe dal 2% al 3%. Attualmente, questi dipendenti beneficiano di un risparmio massimo di 53,84 euro al mese. Con l’aumento dello sgravio di un ulteriore punto percentuale, il risparmio mensile aumenterebbe di 26,92 euro, raggiungendo un totale di 80,76 euro.
Tuttavia, è importante notare che il risparmio non verrà interamente riflettuto nell’importo netto della busta paga, a causa della maggiore imposta sul reddito da versare (Irpef).
Nel dettaglio, con un ulteriore 1%, con lo sgravio che passa quindi al 3%, il risparmio sarebbe il seguente:
-per uno stipendio di 2.000 euro lordi sono 20 euro di taglio in più, 180 euro da qui alla fine dell’anno (tredicesima compresa);
-per uno stipendio di 2.200 euro lordi, invece, 22 euro di risparmio, poco meno di 200 euro per le prossime nove buste paga;
per uno stipendio di 2.500 euro lordi, il risparmio è di 25 euro, quindi 225 euro in più;
-per uno stipendio quindi di 2.692 euro – sarebbe di 26,92 euro, 242,28 euro totali.
Anche qui bisogna tener conto di quanto già fatto con la legge di Bilancio 2023. Ad esempio, per una busta paga di 2.000 euro viene così riconosciuto un taglio di 700 euro di contributi per l’intero 2023, mentre chi ne guadagna 2.500 a fine anno avrà beneficiato di un risparmio di ben 875 euro.